Ancora mistero sui piani industriali e sulle quote azionarie, “giallo” sui verbali forniti all’assemblea legislativa, fuga all’ultimo minuto di compagnie aeree dal “Luigi Ridolfi”. Anche nel giorno in cui la Regione sposa gli aeroporti di Rimini e di Forlì, non mancano i colpi di scena sul destino del settore in Emilia Romagna.  Intanto, dopo la fumata nera di mercoledì scorso, la ‘holding dei cieli’ voluta dal presidente della Regione Vasco Errani passa l’esame dell’assemblea. Per ora in ballo non ci sono né piani industriali né nuovi dettagli sulle quote di partecipazione, ma “un atto propedeutico alla fusione, su cui si esprimeranno i soci”, precisa l’assessore ai Trasporti Alfredo Peri.

Il progetto di legge approvato (relatore il consigliere del Pd forlivese Tiziano Alessandrini) si compone di due articoli. Il primo autorizza l’Emilia Romagna a partecipare al capitale sociale di “una nuova ed unica società di gestione” tra Seaf-Forlì e Aeradria-Rimini, le società di gestione dei singoli scali, precisandone gli obiettivi e il tetto massimo di spesa: la giunta regionale, in particolare, conferma di potervi partecipare con una quota fino a tre milioni di euro. L’articolo è stato arricchito da un emendamento presentato dall’Idv, approvato dall’assemblea, che invita a non ostacolare con il progetto di legge l’approdo dei privati negli scali in questione alla luce della trattativa del gruppo veneziano Save a Forlì.

Il secondo articolo, invece, si riferisce alle variazioni del bilancio regionale 2011 connesse al provvedimento in questione. Su quest’ultimo articolo la Giunta presenta un emendamento che mette a bilancio la bellezza di 1.185 euro come partecipazione minima della Regione al reintegro del capitale sociale dell’indebitatissima Seaf (oltre nove milioni di euro di passivo l’anno scorso, la Procura della Repubblica di Forlì indaga sulle ipotesi di bancarotta fraudolenta e ricorso abusivo al credito), di cui ora è socia all’1%, e 11.486 euro per la copertura della quota di propria competenza relativa alle perdite maturate dalla società forlivese.

Ebbene, neanche il tempo di chiudere le votazioni che per i forlivesi arriva la doccia gelata. Eagles Airlines, una delle (poche) nuove compagnie che in questi mesi è sbarcata al “Ridolfi”, illudendo gli enti locali che potesse essere l’inizio di una nuova era, saluta tutti e se ne va. I segnali erano nell’aria, però da oggi è tutto nero su bianco. Sul sito internet della compagnia la destinazione “Forlì” è ancora disponibile, ma è questione di ore e scomparirà. L’annuncio lo dà Seaf in una nota in cui si invoca il “rispetto delle linee guida” tracciate dal proprio Consiglio di amministrazione, “che prevedono il massimo contenimento dei costi nel particolare momento in cui sono in corso le trattative” per un nuovo assetto societario.

“Non potendo codesto aeroporto aderire alle richieste economiche formulate dalla Eagles Airlines- rende noto Seaf- la compagnia Eagles Airlines ha quindi deciso di cancellare la propria attività da e per Forlì, che ad oggi prevedeva la copertura dei voli da e per Catania”. Insomma, ufficialmente è un problema di soldi. Che sia o meno un caso l’uscita di un comunicato simile nelle stesse ore in cui Regione si votava, resta da verificare. Fatto sta che dal cilindro esce sempre qualcosa.

Tornando a viale Aldo Moro oggi c’è stata polemica per i verbali dell’accordo Regione-Rimini-Forlì forniti da Peri all’assemblea. Il consigliere regionale Silvia Noè ha sventolato in aula tre fogli. In particolare, si tratta del ‘copia e incolla’ dei due protocolli che decidono l’avvio del processo d’integrazione “entro il 31 gennaio 2011” e la verifica del lavoro sul piano industriale unico e quote di partecipazione “entro il 15 aprile”. Il documento si compone di tre cartelle senza alcuna intestazione: “E’ datato primo marzo, c’è evidentemente una incongruenza con la scadenza del 31 gennaio. Che valenza ha questo documento ‘non meglio identificato’ sottoscritto anche dai sindaci e dai presidenti di Provincia dei territori interessati? E’ un pasticcio alla romagnola”, ha tuonato Noè.

“I pasticci li fa Bologna”, le ha replicato dietro le quinte il presidente della Provincia di Forlì-Cesena Massimo Bulbi, oggi presente nel corso del dibattito. Peri ha provato di metterci una pezza: “Chiedo scusa, evidentemente qualcosa non è andato nella trasmissione dei documenti. Le date sono quelle del 24 novembre e del primo marzo, le giornate in cui abbiamo sottoscritto il percorso con gli enti locali forlivesi e riminesi”. Nel primo ‘pezzo’ di documento, però, si dice di prevedere “un unico piano industriale” entro il 31 gennaio scorso. Piano industriale che, a questo punto, si tinge a sua volta di giallo.

di Carlo Kovacs

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