C’è una lobby, a Parma, che nessuno nota. Una vera miniera d’oro, utile a risanare i conti comunali molto malmessi e a produrre la fortuna dell’Apcoa, la società che gestisce i parcheggi della città. Si tratta del posto auto: all’interno dell’area compresa tra i viali, ovvero quella che si intende per la zona centrale della città, non esiste infatti nessun parcheggio a strisce bianche o con il disco orario, ovvero gratuito. Tutto è a pagamento: gli stalli contornati da righe blu sono 11.500. Unica piccola eccezione, sono gli stalli a righe bianche e blu, ovvero quelli riservati ai soli residenti della zona in orario notturno, che sono 2.433. Gli unici a rimanere a strisce bianche, rimangono i parcheggi di periferia (ben distanti dai viali, visto che anche le zone limitrofe al centro sono tutte a righe blu, come il quartiere San Leonardo o il San Pablo) e i parcheggi scambiatori, posizionati ben fuori dalla città, il cui numero preciso di stalli non è stato fornito.

Secondo quanto stabilito dalle sezioni unite della Cassazione, nei centri urbani a esclusione delle zone a traffico limitato, pedonale o di rilevanza urbanistica, accanto a ogni parcheggio a pagamento si dovrebbero posizionare dei parcheggi gratuiti, ovvero quelli a strisce bianche. O almeno con il disco orario. Le strisce blu e il pagamento della sosta infatti dovrebbero servire a ‘velocizzare’ la sosta di auto favorendo il giro, non penalizzando gli automobilisti. Trovata la legge, trovato l’inganno, visto che la definizione di zone di rilevanza urbanistica risulta poco chiara. Così come il valore dei parcheggi destinati all’uso esclusivo dei residenti dalle 20.30 di sera alle 8 del mattino. Fatto sta che, chi non è fornito di pass ‘residenti’ di una certa zona, perché semplicemente domiciliato o perché vive altrove, ma lavora in città, deve per forza pagare. E non poco: le tariffe dei parcheggi a pagamento vanno dagli 0,80 centesimi (il Fleming, davanti all’ospedale, zona tutta a pagamento), a 1,70 euro all’ora (come per il Toschi o il Goito). Per quanto riguarda le semplici righe blu, invece, il prezzo va dagli 0.60 euro in su, con diverse fasce orarie in base alla zona di riferimento.

Quella del parcometro sarà anche una grossa spesa, ma agli automobilisti conviene spenderla piuttosto che incappare nelle sempre più frequente sanzioni emesse dalla polizia municipale e dagli operatori di Infomobility, la partecipata del Comune che regola la mobilità. In un periodo di ‘grossa crisi’, in cui si parla di buchi in bilancio milionari, guarda caso vigili e operatori hanno il verbale sempre più veloce. E la multe sono pure aumentate di un euro. Da 38 euro, infatti, sono diventati 39. Che vuole dire, in caso di notifica a casa, una aggiunta di 18,20 euro ogni contravvenzione, facendo diventare la multa per divieto di sosta di 57, 20 euro. Una cifra elevatissima, a cui si aggiunge una beffa: i tempi di notifica si sono accorciati. E quindi anche quelli a disposizione del cittadino per pagare la multa senza l’aggiunta degli oltre 18 euro di spese di notifica. Dagli iniziali 10 giorni, infatti, ora chi deve pagare una contravvenzione ha solo 5 giorni di tempo dalla data di rilevazione. Una modifica non comunicata adeguatamente ai cittadini, visto che a saperlo sono in pochissimi. E visto che non compare nemmeno sul sito internet dell’amministrazione comunale, come denuncia l’associazione Confconsumatori. La presidente, Mara Colla, ha inviato infatti una lettera al primo cittadino di Parma, Pietro Vignali: “Il primo diritto dei cittadini e il primo dovere per la Pubblica Amministrazione è l’informazione più ampia della modifica introdotta – scrive -. La sezione “Contravvenzioni” del sito internet del Comune oltre a non evidenziare gli aggiornamenti normativi – contiene veri e propri errori”.

di Giulio Colla

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