A Lampedusa gli sbarchi non si fermano. Di più: questo primo maggio consegna le critiche del governo italiano a quello maltese per essersi sottratto agli aiuti. Già in nottata sull’isola siciliano è giunto un barcone partito dalla Libia che ieri aveva lanciato l’Sos mentre si trovava ancora in acque maltesi. A bordo dell’imbarcazione, scortata da tre motovedette della Guardia Costiera, 461 profughi, tra i quali 44 donne e sei bambini. Erano stati gli stessi immigrati a lanciare l’allarme con un telefono satellitare, sostenendo di essere in 600 e di imbarcare acqua. Le autorità maltesi avevano tuttavia comunicato di non potere inviare propri mezzi navali a causa delle cattive condizioni del mare. Da Lampedusa erano così salpate tre unità della Guardia Costiera che hanno portato a termine l’operazione di soccorso. Sono complessivamente oltre 2.500 i profughi sbarcati a Lampedusa in due giorni. Tutti dovrebbero essere trasferiti sulla terraferma con la nave Flaminia della Tirrenia che si trova in rada davanti all’isola con 715 migrati già trasbordati ieri. Sempre nel pomeriggio di oggi una motovedetta  ha soccorso 298 migranti appena giunti a Lampedusa.  In quel momento, un altro barcone con circa 300 extracomunitari si trovava alla deriva a circa 15 miglia al largo dell’isola. Questi ultimi migranti, circa 400,sono stati trasbordati su un guardacoste e su una motovedetta della guardia di finanza.

Sulla mancata collaborazione di Malta è intervenuta una nota della Farnesina dalla quale si apprende come il ministro Frattini abbia dato istruzioni all’ambasciatore d’Italia a Malta di effettuare domani un passo diplomatico di protesta presso le autorità maltesi. “Il barcone -precisa il comunicato del ministero degli Esteri- si è successivamente spostato nelle acque appartenenti alla SAR italiana dove è stato messo in salvo grazie all’intervento di mezzi italiani”. Sull’emergenza migranti, ripresa a tutti gli effetti, è intervenuto anche il ministro dell’Interno Bobo Maroni. “In un giorno  – ha detto il capo del Viminale – sono arrivati 3 mila profughi dalla Libia. Spero non accadrà, ma se continua così la mia previsione di 50 mila arrivi purtroppo si realizzerà “. Maroni ha tenuto a sottolineare che trattandosi di rifugiati in fuga da una guerra “non possono essere rimandati indietro finché c’è la guerra in Libia e la regola europea è che se i rifugiati arrivano in un paese devono rimanere lì”.

Per l’accoglienza dei profughi in Italia, ha confermato Maroni, si utilizzerà il piano già concordato con le Regioni. “Il Ministero dell’Interno si occupa dei clandestini, che vanno rimpatriati – ha spiegato -. Per l’accoglienza dei profughi l’impianto del piano rimane quello che abbiamo concordato già con le regioni. La gestione è della Protezione civile nazionale, attraverso quelle regionali, con un piano di sistemazione sul territorio che viene con le regioni”. A chi gli chiedeva se si aspetti nuove polemiche da parte di regioni o città che non vogliano prendere parte all’accoglienza, Maroni ha replicato: “Tutti devono farsi carico con criteri oggettivi, in base alla popolazione residente”, che sono già stati stabiliti da settimane.

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