Almeno 200 morti, dall’inizio dell’ondata di maltempo (ma il numero è destinato con ogni probabilità a salire). Cinque Stati –Alabama, Mississippi, Georgia, Tennessee, Virginia – costretti a contare i morti e dichiarare lo stato d’emergenza. E’ un disastro di proporzioni vastissime quello che ha travolto il Sud degli Stati Uniti. “Il bilancio delle vittime è destinato a salire”, spiega Robert Bentley, governatore dell’Alabama, lo Stato più colpito. Le televisioni rimandano immagini di case scoperchiate, esercizi commerciali sventrati, gente intrappolata sotto le macerie, rifugi di fortuna approntati nelle chiese e palestre. La centrale nucleare di Browns Ferry, una tra le più grandi del mondo, sulle rive del fiume Tennessee, è rimasta senza elettricità e funziona grazie a generatori di emergenza. Il presidente Barack Obama ha approvato fondi federali straordinari e dice di seguire “ora dopo ora” l’evolvere della situazione. Per tutti, il fantasma si chiama Katrina: un disastro naturale che grazie ad incuria, razzismo, pregiudizio, si trasforma in disastro politico.

Il nome è riemerso più volte in queste ore. “Il numero di interruzioni nell’erogazione di energia elettrica è pari a quello provocato dall’uragano Katrina”, spiega un portavoce dell’azienda energetica dell’Alabama. Il rischio di ricadute politiche è però particolarmente forte se si guarda all’agenda di Barack Obama. Il presidente è atteso venerdì a Cape Canaveral, in Florida, per l’ultimo lancio dell’Endeavour, lo shuttle spaziale che dopo 25 missioni va in pensione. L’area non è tra quelle interessate dalle tempeste di vento e pioggia, ma non sarebbe – politicamente – un bello spettacolo vedere il presidente celebrare i traguardi tecnologici dell’America mentre una parte del Paese e dei suoi cittadini affondano nell’acqua, nella povertà, nella disperazione.

Anche questo tornado rivela le divisioni sociali che segnano gli Stati Uniti. A Tuscaloosa, città di 83 mila persone sede della University of Alabama, le aree più colpite appaiono quelle delle baracche di alluminio e compensato nella zona sud della città, spazzate via dal vento e dai fiumi di acqua che si sono riversati per le strade. A Birmingham, la più popolosa città dell’Alabama, cuore del movimento per i diritti civili dove Martin Luther King fu pastore, le vittime sono concentrate soprattutto in centro, dove vivono gran parte dei residente afro-americani (i bianchi si sono trasferiti nei sobborghi). Nella contea di Kemper, in Mississippi, tre sorelle sono morte nella loro casa mobile travolta dal tornado. Molte delle case mobili disseminate dal Texas alla Georgia si sono rivelate trappole di morte.

Per evitare ulteriori vittime, il governatore dell’Alabama ha oggi chiesto alla gente di restare chiusa in casa. “Evitate di uscire, di andare al lavoro o a far compere”. Le occasioni per uscire sono però ridotte all’osso. Mentre la pioggia e il vento continuano a battere (oggi è prevista un’attenuazione dei fenomeni, e la corsa del tornado verso Est), le strade appaiono bloccate dai detriti delle case, dagli alberi abbattuti, dai pali della luce sventrati, dalle insegne degli esercizi commerciali andati in mille pezzi. 335mila persone sono rimaste senza energia elettrica solo in Alabama. Altre 50 mila ne risultano sprovviste, in un’area che va dall’East Texas a Memphis. La facoltà di legge della University of Alabama, a Tuscaloosa, è diventata il rifugio di fortuna per migliaia di persone rimaste senza casa. Le acque della diga di Black River, nel nord-est dell’Arkansas, hanno rotto gli argini, e si sono riversate per le highways circostanti. Nemmeno il centro meteorologico di Huntsville, ancora in Alabama, è stato risparmiato. I metereologi hanno dovuto trovar rifugio in una costruzione d’acciaio nel sottosuolo, da dove monitorano l’evolvere della situazione.

1400 soldati della Guardia Nazionale sono in queste ore dislocati per le strade dell’Alabama per fornire i primi aiuti. “I nostri pensieri vanno a tutti quelli coinvolti nelle devastazioni, e a chi lavora eroicamente e senza sosta per rispondere al disastro”, ha detto Obama. Il presidente, secondo fonti della Casa Bianca, potrebbe decidere all’ultimo momento di fare tappa in Alabama, prima di raggiungere la Florida. Il fantasma Katrina continua a perseguitare i presidenti degli Stati Uniti. E a suggerire prudenza, soprattutto tempestività, nell’affrontare la tragedia.

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