La crisi è un momento di discontinuità ma può essere anche un’opportunità e quella di rivedere gli attuali trattati Ue e di formularne uno nuovo “è un’ipotesi da prendere in considerazione”: lo ha detto il ministro dell’Economia Giulio Tremonti rispondendo alla domanda di un europarlamentare durante la sua audizione alla Commissione Affari costituzionali sul tema del trattato di Lisbona e della solidarietà . “I trattati sono stati scritti prima della globalizzazione – ha detto – sono l’espressione di un mondo passato. Forse la crisi può essere una ragione per pensare a una nuova, spero anche più intensa, convenzione”.

Il ministro dell’Economia è intervenuto anche sulla questione immigrazione. Perché, spiega, la visione politica e l’azione dell’Unione europea nell’ambito della crisi geopolitica sono “drammaticamente insufficienti”. “La politica – ha detto – deve essere ‘politeia’, comprensione dei sentimenti e della cultura dei popoli”. A volte, ha proseguito, “quello che sembra lungimirante in realtà è miope e per questo dico che l’Europa è stata finora missing in action, anzi in no action, pur avendo un trattato la cui lettera è molto ampia e che offre una base di intervento”.

Tremonti nel suo discorso ha anche parlati di nucleare. Dopo quanto avvenuto a Fukushima, che “non è solo un banale incidente”, è necessaria una “riflessione economica e non solo” a cui è forse giunto il momento di rispondere con il “finanziamento di piani per energie alternative con eurobond”, ha affermato il ministro.

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