Mentre il mercante di parlamentari continua a vagheggiare quota trecentotrenta deputati, evidentemente la ricerca della quantità influisce sulla qualità del materiale che si rivela sempre più scarsa, malgrado il livello morale e intellettuale dei reclutatori, Verdini e Santanché per l’occasione anziché Fede e Mora.
Bassa la qualità dei soggetti, alta la conflittualità per posizionarsi in vista della corsa alla successione. Che sembra non il nobile Palio di Siena, bensì il Palio degli asini di Cocconato (provincia di Asti).
Fino a quando, dopo quattro ore di arringa in occasione di una cena offerta alla Stampa estera, esce il nome del delfino: Angelino Alfano, scelta dovuta probabilmente alla scarsa lucidità, visto che la cena del mercante si era limitata a un gelato.
Infatti la smentita è arrivata nelle dodici ore successive.

Pdl, Popolo della Lealtà
Quattordici correnti: un guazzabuglio.
Tra sussurri, sospetti e coltellate,
in attesa del venticinque luglio,
si lotta per succedere al magnate.

Intanto, tutti son contro Tremonti
perché stringe i cordoni della borsa
e, con la scusa di salvare i conti,
non dà a nessun la minima risorsa.

Poi cè Liberamente, i suoi lealisti:
con Angelin, Frattini e la Gelmini
che vedon come veri terroristi
di La Russa e Gasparri gli ex aennini.

Tutti temon Scajola redivivo,
grande nemico dei coordinatori
che sono diventati il suo obiettivo.
Poi ci son, con le tigri nei motori,

Daniela Santanché, la pasionaria
e la Brambilla, chiome rosse e denti.
E ancor, per aumentare l’orticaria
e gli scontri fra tutti i contendenti,

Rete Italia di Lupi e Formigoni,
Nuova Italia del sindaco Alemanno
ed i Gabbiani di Giorgia Meloni.
In Riformismo e Libertà ci stanno

Sacconi con Cicchitto, il piduista.
Poi non scordarsi dei Dc errabondi,
con microcorrentine scesi in pista:
Baccini e Giovanardi con Rotondi.

Con la sua Fondazione Magna Carta
chiude il gruppo Gaetano Quagliariello.
E se il Berlusca se la batte in quarta
nominando Angelino… che macello!

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