L’organizzazione umanitaria HumanRights Watch (Hrw) ha confermato che le forze governative fedeli al leader libico Muammar Gheddafi hanno fatto uso di bombe a grappolo contro la città di Misurata ma l’accusa è stata smentita da un portavoce ufficiale a Tripoli. La notizia era stata diffusa ieri dal New York Times, che aveva pubblicato una corrispondenza del suo inviato nella città portuale controllata dagli insorti e stretta d’assedio da oltre un mese. Intanto questa mattina gli aerei della Nato hanno bombardato Sirte, considerata la roccaforte del Colonnello. Lo ha riferito la tv di stato Jamahiriyà, citando fonti militari di Tripoli. Anche ieri gli aerei della coalizione hanno bombardato alcuni obiettivi dell’esercito libico a Sirte. “Sirte ha subito un nuovo bombardamento da parte dei crociati. Ogni singolo missile (che ha colpito la Libia, ndr) è stato pagato dai governi di Qatar ed Emirati”, ha riferito l’emittente di Tripoli

DAL RAIS BOMBE A GRAPPOLO SUI CIVILI – In un comunicato pubblicato sul suo sito web, Hrw afferma che almeno tre ordigni a frammentazione, presumibilmente sparati con un mortaio, sono stati visti esplodere nella notte tra giovedi e venerdi nel distretto di El Shawahda da alcuni suoi operatori sul campo. Questi hanno inoltre avuto notizia da fonti attendibili di altri due ordigni di questo tipo, esplosi in altri due quartieri sempre nella notte tra giovedi e e venerdi. “E’ veramente esecrabile che la Libia faccia uso di armi di questo genere in aree resideniali, ha commentato Steve Goose, responsabile della divisione armamenti dell’organizzazione umanitaria. A Tripoli, un portavoce del governo libico, Mussa Ibrahim, ha tuttavia smentito. “Non utilizzeremmo mai armi simili contro le popolazioni libiche – ha detto ai giornalisti – oltretutto il mondo ci sta guardando e non potremmo mai fare una cosa del genere”.

“ALLA NATO MANCANO BOMBE DI PRECISIONE” – A meno di un mese dall’avvio della missione di no fly zone in Libia, la Nato sta esaurendo le scorte di bombe di precisione, oltre a soffrire la mancanza di un numero adeguato di caccia per le missioni. E’ quanto rivelano fonti dell’Alleanza e americane, che sottolineano come questo mostri i limiti che la Gran Bretagna, la Francia e gli altri paesi europei hanno nel sostenere una missione militare, del resto limitata, per un periodo prolungato di tempo. E di fronte alla mancanza di bombe di precisione – quanto mai necessarie per garantire che i bombardamenti aerei possano essere il più possibile chirurgici – sta mettendo in dubbio il fatto che gli Stati Uniti possano ancora rimanere nel “ruolo di supporto” in cui Barack Obama ha ritirato le americane dopo il passaggio del comando dell’operazione alla Nato. Dopo aver partecipato massicciamente alle prime fasi della missione, le forze americane ora vengono descritte dai vertici della Nato in una posizione di “standby” tenute costantemente informate della situazione sul campo. E, anche se ancora non è arrivata nessuna richiesta formale in questo senso dal comando Nato, molti ufficiali statunitensi ritengono che presto potrebbero essere richiamati a partecipare attivamente alla missione.

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