Undici arresti per il furto di 1266 pannelli fotovoltaici del valore complessivo di un milione di euro circa. Li hanno effettuati i carabinieri delle compagnie di Lugo e di Imola con il supporto di quelle di Medicina e Faenza a cavallo dei comuni di Massa Lombarda, Mordano e Imola. È stata smantellata così una rete di cittadini stranieri (sono tutti di nazionalità marocchina) che aveva già caricato il materiale su sei furgoni per portarli all’estero e probabilmente rivenderli.

L’operazione è partita una settimana fa quando, in provincia di Reggio Emilia, è stato fermato Hicham Massimi, marocchino e regolarmente residente in Italia, per un furto analogo. Tornato in libertà, è stato però seguito dai carabinieri, che già nei mesi scorsi avevano raccolto le denunce dei proprietari di ditte che si occupano di energie alternative (era accaduto a Medicina, Budrio e Sesto Imolese, da cui erano spariti quasi 500 pannelli nel giro di poche settimane). Il sospetto era infatti che in Romagna, dove si concentrano alcuni degli impianti più importanti della regione, fosse in preparazione un colpo rilevante. Sospetto destato anche da una serie di movimenti definiti “strani” in prossimità di quelle aree.

Così ieri mattina, intorno al terreno della Cgt Apollo, società di Imola con partecipazioni tedesche, i militari hanno organizzato due cordoni composti da una trentina uomini pronti a intervenire. Il primo, composto da carabinieri in borghese, ha notato una carovana di 6 furgoni e di un’auto, un’Audi A6, che prima marciava incolonnata e poi, in prossimità di uno svincolo autostradale, si è divisa in tre gruppi. A fermarli ci ha pensato il secondo cordone di carabinieri e se con la prima accoppiata di mezzi è andato tutto tranquillo, con le altre due invece ci sono stati problemi.

Nel tentativo di fuggire, infatti, i banditi si sono lanciati in una corsa per le campagne imolesi e hanno sperato un mezzo militare. Al termine dell’inseguimento, solo uno degli stranieri è riuscito a evitare la cattura scappando per i frutteti, ma è stato bloccato poco dopo da una pattuglia malgrado si fosse liberato di alcuni degli abiti che indossava al momento della fuga e avesse recuperato una bicicletta. A incastrarlo il libretto di circolazione di uno dei furgoni che conservava ancora addosso.

Gli arrestati, che vanno dai 24 ai 38 anni (tutti esperti nel maneggiamento di materiale fotovoltaico), sono accusati di furto aggravato, danneggiamento e due di loro anche di resistenza, reato che ha portato con sé anche quello di rapina. Gli stranieri, comparsi per direttissima questa mattina davanti alla sezione distaccata di Imola del tribunale di Bologna, si sono visti convalidare il provvedimento restrittivo e, in attesa di giudizio, sono stati rinchiusi nel carcere bolognese della Dozza.

Dei pannelli rubati, 977 erano stati caricati sui furgoni e sistemati nel fondo e nelle fiancate, nascosti da mobili, elettrodomestici usati e giocattoli per bambini. Altri 289 erano stati abbandonati in un campo probabilmente perché non c’era stato il tempo di sistemarli per il trasporto.

Il sospetto dei militari è che fossero destinati al mercato estero, in particolare quello nord-africano (ma refurtiva proveniente da impianti per le energie alternative prende anche le rotte anche dell’est europeo). Le attività investigative dell’Arma ora sono infatti indirizzate verso la committenza per capire chi ha commissionato il colpo e attraverso quali vie commerciali intendeva diffonderlo.

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