Per ora non ce l’hanno fatta. L’ostruzionismo, coordinato e unitario, promosso dalle opposizioni ha impedito alla maggioranza di approvare in poche  ore il cosiddetto processo breve, in realtà una vera e propria amnistia che premierà corrotti di ogni risma, stupratori, pedofili, imbroglioni purchè ancora incensurati. E le vittime? Chi se frega, tanto Berlusconi è un imputato, mica una  vittima, e ormai le leggi hanno il compito di elevare a sistema  quanto serve al capo supremo, alla sua corte, persino al suo corpo.

Eppure non ce l’hanno ancora fatta, nonostante gli appelli, la rabbia , i ministri costretti a saltare anche il turno al  bagno, la precettazione, l’obbligo a votare qualsiasi porcheria, perché così vuole il padrone e i suoi ordini non si possono discutere. Non ce l’hanno fatta perché, almeno in questa occasione,  si sono unite le proteste di piazza e l’azione forte, continua, appassionata delle  opposizioni  parlamentari.,

Mercoledì alle 15 ripartirà il sit in davanti alla Camera dei deputati, in occasione del possibile voto finale. Il Popolo viola, Libertà e giustizia, Articolo 21, Libera Informazione, l’Anpi, l’Arci, MoveOn e tanti altre associazioni si ritroveranno per dare la parola alle vittime del “processo greve“: i truffati, i concussi, i familiari dei morti sul lavoro, le associazioni che rappresentano le vittime del terremoto all’Aquila, quelli che continuano a battersi per la legalità e contro le mafie, le associazioni che ogni giorno contrastano le violenze sulle donne, chi ogni  giorno si impegna contro ogni forma di discriminazione e di razzismo…

Se e quando dovessero approvare la porcata, bisognerà spostarsi al Senato e predisporre  tutti gli strumenti civili e politici per rendergli la vita impossibile, per far esplodere i mal di pancia che covano sotto l’apparente quiete, con una Lega che non sa più cosa fare e che si ritrova costretta a svolgere il ruolo del palo durante la rapina. Comunque vada, una cosa è già accertata: quando l’opposizione, unita e coordinata, decide di applicare alla lettera i regolamenti e di non consentirgli di respirare, gli effetti sono immediatamente visibili, la maggioranza è costretta ad inseguire, il governo deve restare  incollato alle seggiole in aula, perché altrimenti prendono sberle.

Di fronte alla loro arroganza e alla sfida che hanno lanciato nei confronti della legalità e della Costituzione, sarà davvero il caso di non dargli tregua e di utilizzare lo stesso metodo, con la stessa passione civile, anche nelle prossime sedute e su qualsiasi provvedimento. Gente simile non merita forma alcuna di ” bon ton parlamentare”. Chi ha finto di credere e di ratificare la barzelletta sul presidente egiziano, la piccola Ruby e il vecchio Silvio, merita solo una opposizione tenace, intransigente, all’altezza della “provocazione  epocale” che Berlusconi e i suoi manipoli hanno sferrato.

Tanto per cominciare, domani 9 aprile sarà davvero il caso di partecipare alla grande giornata conto il precariato per rivendicare il diritto al presente e al futuro, che è stata promossa da 14 ragazze e ragazzi per richiamare l’attenzione anche sulla questione sociale, sui diritti dei senza diritti, su quelli che non hanno uno zio né in Egitto né ad Arcore al quale rivolgersi o appellarsi. Nella prossima puntata vi faremo sapere se, quanto e dove sarà stato concesso loro il diritto alla parola nelle reti del polo Raiset. Vogliamo scommettere che tutti insieme questi giovani otterranno meno visibilità dell’ultima telefonata di Berlusconi all’amico Scilipoti?

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