Finisce a suon di“Fascista” e “venduto” il dibattito nell’aula della Camera prima della votazione del primo articolo del testo sul processo breve. Chiede di parlare per il Pdl Massimo Corsaro che inizia rivendicando: “Non abbiamo nessun imbarazzo nel sostenere un provvedimento che porterà l’Italia ad avere un processo europeo con tempi certi e regolari”. E, attaccando “la magistratura politicizzata per una battaglia mirata a far sconfiggere quel Berlusconi che non si riesce a battere nelle urne”, Quella di Corsaro è una vera e propria escalation verbale: il deputato Pdl rimarca l’impegno del governo nella lotta contro la mafia “mentre qualcun altro faceva gli accordi con le cosche”.

Ma è quando comincia a citare vittime di destra nel terrorismo che la tensione sale alle stelle. L’onorevole rivendica la “difesa di Paolo Borsellino” e poi spara: “c’è voluto il rapimento e l’assassinio di Aldo Moro per far sì che sui giornali non si parlasse più di sedicenti brigate rosse”. Gli esponenti ex Fi del Pdl cominciano a gridare a Corsaro “Fermati, smettila“; e dall’opposizione partono fischi e urla: “Fascista!”.

Il tono non si placa quando partono le repliche. Gasbarra (Pd): “Questo provvedimento è una vergogna. Pensare al sacrilegio per usare i nomi degli eroi della Patria per giustificare questo provvedimento non è possibile. Lasciamoli stare, che si stanno rivoltando nella tomba”. Ci si mette pure Vincenzo D’Anna, dei Responsabili: prova a parlare ma viene sommerso dal coro: “venduto, venduto!” da Pd e Idv.

A quel punto Ignazio La Russa lascia i banchi del governo per andare a dire ai colleghi ex An di calmarsi, e parte da sinistra un altro coro: “La Russa, La Russa”. E Carmelo Briguglio dice: “Oggi col massacro dello Stato di diritto si vuole fare pure il massacro dei valori della destra politica. Reagite così perché siete preoccupati della campagna che faremo per denunciare il vostro tradimento di quei valori”.

Ma il picco della retorica e l’apice della confusione tra schieramenti arriva con l’intervento, caustico, di Ferdinando Adornato: “Non è consentito confondere Aldo Moro con Lele Mora – urla in aula tra gli applausi – diciamo no a far strame del diritto”.

Dalle parole ai fatti, l’exploit di Corsaro rischia di aprire un terremoto dentro alla maggioranza. E’ Gianfranco Miccichè, a perdere la pazienza e minacciare un addio. “Corsaro – ha dichiarato – ha detto di parlare a nome del gruppo, ma io mi dissocio. Siccome non sono mai stato fascista e non voglio più essere rappresentato dai fascisti. In questo gruppo ci sono ancora anche se per poco…”. Il leader di Forza Sud ha espresso cosi’ il suo “disappunto”, che rischia di trasformarsi in una valanga politica: “Ma chi e’ questo qui? Si dovrebbe almeno presentare…”.

Che la situazione sia tesa oltre ogni limite lo deve riconoscere persino il presidente del Consiglio. “Tornate in aula e mantenete la calma. Anche oggi ci sono stati momenti di tensione, state attenti a non cadere nelle solite provocazioni dell’opposizione”. Questo, infatti, secondo quanto viene riferito da alcuni dei presenti, l’invito che il premier Silvio Berlusconi, avrebbe rivolto ai ministri riuniti per il Cdm. E così è, Corsaro minimizzerà, gli altri faranno buon viso a cattivo gioco. Ma la frattura sempre più grande aperta dalla maratona sul processo breve resta.

Non stupisce così il commento amaro che arriva dall’ex ministro Beppe Pisanu, a Bari per intervenire su tutt’altro tema. “E’ il clima politico che non è più vivibile – dice il presidente della Commissione antimafia –  perché qualsiasi argomento in questa situazione rischia di precipitare nella polemica travolgendo buonsenso e interessi generali”.

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