Il presidente della commissione di Vigilanza Sergio Zavoli

I talk show Rai sono salvi. Nessuna sospensione per i programmi di approfondimento durante la campagna elettorale per le elezioni amministrative. Il testo del regolamento sulla par condicio approvato oggi in commissione di Vigilanza quasi all’unanimità (si è sfilato solo il radicale Marco Beltrandi) contiene una riformulazione dell’articolo 8, quello sull’informazione politica, che salvaguarda l’autonomia editoriale dei talk. La mediazione fra maggioranza e opposizione è stata ‘cucita’ con attenzione dal presidente della Commissione, nonché relatore, Sergio Zavoli: in sostanza il Pdl ha accettato di ritirare tutti i propri emendamenti, in cambio di un’apertura da parte del relatore. Apertura contenuta nel nuovo articolo 8 che di fatto, ribadendo la necessità del rispetto dei criteri di imparzialità, pluralismo e completezza, preserva comunque i talk show dall’obbligo di dover ospitare tutti i numerosi candidati coinvolti nelle elezioni amministrative. Cosa che lo scorso anno aveva poi fatto decidere alla Rai di chiudere i talk show per l’impossibilità di applicare questa regola.

Pdl e Lega avevano in precedenza tentato di estendere con un emendamento le regole delle tribune politiche ai talk show. In programmi come Annozero, Ballarò e Porta a porta avrebbero così dovuto essere presenti contemporaneamente i candidati di tutte le liste. Cosa che avrebbe reso impossibile a queste trasmissioni di andare in onda, considerato il loro format.

”La storia di questo regolamento è di per sé la risposta a quanti chiedono alle istituzioni di agire in nome di un interesse generale. Mi sono dato, e credo di aver rispettato, la regola della mediazione in nome di ciò che ho giudicato equo”, ha detto Zavoli al termine delle dichiarazioni di voto sul regolamento per le elezioni amministrative. “Il risultato del nostro lavoro ha corrisposto a un principio di correttezza giuridica e a un criterio di sensibilità civile, culturale e politica – ha aggiunto – con ciò salvaguardando l’autonomia editoriale, la trasparenza professionale, la pluralità e la responsabilità dell’informazione nel Servizio pubblico”.

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