Teatro e carcere: un protocollo e una rassegna dall’8 aprile per sviluppare progetti e proporre esperienze, laboratori, itinerari di un percorso che ha come principale finalità il recupero e il reinserimento sociale delle persone detenute.

Il teatro dunque non solo come esperienza legata alla rappresentazione scenica, ma come fondamentale funzione di collegamento con la società, per favorire nelle persone detenute il percorso di reinserimento sociale e la tutela del diritto alla salute intesa come benessere fisico, psichico e sociale. Ma il teatro viene visto in quest’ambito anche come veicolo di crescita personale e opportunità di cambiamento per i detenuti-attori, in un mutamento delle modalità relazionali di chi vive l’esperienza del carcere.

Sono i principi cardine su cui si è fondata un’intesa tra Regione Emilia Romagna, Coordinamento Teatro Carcere e Provveditorato regionale dell’Amministrazione penitenziaria. Il Protocollo e la rassegna sono stati presentati questa mattina a Bologna, nel corso di una conferenza stampa. “In questo momento così delicato per il carcere, a livello non solo nazionale ma anche regionale, a causa delle gravissime condizioni legate al sovraffollamento degli istituti, un’esperienza come quella del teatro – ha sottolineato l’assessore regionale alle Politiche sociali Teresa Marzocchi – è fondamentale per i detenuti. Fondamentale perché, innanzitutto, li aiuta a sopportare la fatica quotidiana di vivere compressi e reclusi. Per le persone “ristrette”, impiegare il proprio corpo in questo linguaggio totale che è il teatro, rappresenta indubbiamente un’opportunita’ di incontro e di confronto”.

Le serate saranno dedicate a una rara rassegna di spettacoli che hanno come protagonisti gli attori detenuti. Si aprirà con il debutto in prima nazionale, l’8 aprile, all’autiroium del dipartimento musica e spettacoli, de “Il sogno di Faust“, l’ultima opera firmata dalla regia di Armando Punzo per la Compagnia della Fortezza, la più importante esperienza nazionale del settore. Lo spettacolo, che si ispira liberamente al “Faust” di Fernando Pessoa, vede in scena l’attore detenuto Jamel Soltani che, vestito da cuoco, si esibisce nella preparazione di cibi utilizzando prodotti raccolti dagli immigrati, sullo sfondo di immagini di repertorio fra le quali si riconoscono i fatti di Rosarno in Calabria.

Sorta di Pulcinella straniero, l’attore condensa in un gioco scenico di grande talento l’arte della mimetizzazione e quella della seduzione teatrale, fra momenti di smarrimento e inviti alla risata. Il 9, il 14 e il 15 aprile gli altri appuntamenti primaverili di Bologna. Le successive tappe del progetto (a giugno e ottobre) vedranno il contributo e l’ospitalità della Fondazione Teatro Comunale a Ferrara e di Emilia Romagna Teatro Fondazione a Modena, enti che collaborano al progetto Teatro Carcere in Emilia Romagna.