Democrazia day? Ci saremo anche noi del Futurista. Ci saremo “da destra” (la nostra destra, una destra diversa e non berlusconiana) e ci saremo con tutte le nostre differenze. Ma ci saremo. Per dimostrare che storie e culture politiche differenti possono e devono ritrovarsi insieme per difendere il “recinto della democrazia”. Per dimostrare che essere contro lo scempio delle leggi ad personam non è “roba di sinistra”, ma è molto semplicemente un gesto di responsabilità, di civiltà, di patriottismo.

Ci saremo, dunque, con la convinzione che una destra repubblicana non può tirarsi indietro, non può chiudere gli occhi, non può far finta di niente.

E allora scenderemo nelle strade contro la “pseudoriforma” della giustizia con cui si sta mascherando goffamente il tentativo di aiutare ancora il premier Berlusconi nei suoi processi. E per tutta la giornata di domani, seguiremo le piazze virtuali e quelle in carne ed ossa (a Roma, dalle 14 in piazza Montecitorio e dalle 20 alle 24 in piazza dei Santi Apostoli) sul nostro quotidiano.

Perché crediamo – come ha scritto nel suo appello alla piazza Gustavo Zagrebelsky sul sito di Libertà e Giustizia – che «siamo sul crinale tra il clownistico e il tragico. La comunità internazionale guarda a noi. Ma, prima di tutto, siamo noi a dover guardare noi stessi». Sì, davanti all’attacco permanente del governo e del suo premier Berlusconi alle istituzioni è arrivato il momento di una mobilitazione trasversale, plurale, civile. E il futurista non può mancare.

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