E così l’intricata vicenda di Infomobility si arricchisce dunque di un nuovo capitolo. Il faccia a faccia che ha visto protagonisti negli uffici della Procura l’amministratore delegato della partecipata, Arcan­gelo Merella, già assessore ai Trasporti del Comune di Genova per un decennio, e il pm Paola Dal Monte è solo l’ultimo capitolo di un saga iniziata almeno un anno fa.

Del recente, lun­ghissimo botta e risposta del quale a distanza di giorni trapela ancora poco o nulla, si sa solo che nel mirino degli investigatori è finita la contabilità del periodo 2006-2010: Merella, ascoltato in vicolo San Marcellino come persona informata sui fatti, si è recato all’appuntamento senza il proprio avvocato difensore.

Un giallo che va a ingarbugliare una vicenda senza fine e che vede nuovamente dunque sotto otto i riflettori la discussa società che ge­stisce i servizi e i sistemi di mo­bilità del capoluogo ducale.

Tutto ha inizio l’estate scorsa: in principio furono gli agenti della guardia di finanza che negli ultimi mesi hanno fatto visita anche da altre “sorelle” – Tep, Alfa e Stt – i quali in viale Mentana sono passati più e più volte, l’ultima poche settimane fa, a fotocopiare centinaia di pagine di atti ufficiali. Analogo il copione: le Fiamme Gialle bussano alla porta di buon mattino e se ne vanno solo a pomeriggio inoltrato con un fardello di diversi scatoloni di documenti.

Difficile stabilire con precisione (ecco il motivo delle perquisizioni) le singole operazioni e l’ammontare dei passivi: Infomobility al pari delle altre 31 partecipate – l’ultima nata, quest’anno, si chiama Parma Infrastrutture – è stato creata per sgravare ed alleggerire conti e bilanci del Comune e spesso numeri e bilanci si confondono e si perdono l’uno nell’altro, come scatole cinesi. Un diverso regime di fiscalità che sostanzialmente si basa sull’indebitamento coperto da “casa madre” che garantisce anche con il proprio patrimonio immobiliare permette poi e anzi rende legale il tutto. Alla luce del sole.

Una curiosità: il nome di Infomobility ricorre come un refrain anche in altri filoni d’inchiesta, non ultimo lo scandalo degli appalti sul verde pubblico, sistema basato sull’antica e sempre in voga modalità delle bustarelle e smascherato dall’operazione “Green money” l’anno scorso con un video choc che inchiodava un funzionario di Enìa, altra società satellite. Un filo strettissimo comunque quello che lega, da diverso tempo, l’Amministrazione a Infomobility, quasi una sorte di “figlio prediletto”: l’attuale sindaco, Pietro Vignali, è stato per ben 9 anni assessore alla viabilità e ai trasporti e si è fatto le ossa proprio qui, in viale Mentana, il fedelissimo Carlo Iacovini, ex capo dello staff del primo cittadino, quindi direttore generale e in odore di dimissioni da inizio anno (annunciate, accettate, mai ritirate ma non ancora effettive: i soliti bene informati parlano anzi di una controproposta di Vignali che avrebbe offerto un part time pur di tenere il fido collaboratore a palazzo). Inizio anno che coincide, guarda caso – qualche giorno di differenza non trae in inganno un osservatore anche non particolarmente attento – proprio con il periodo in cui le Fiamme Gialle visitavano la sede della società per l’ultima vota e i revisori dei conti si dimettevano in blocco a distanza di qualche tempo.

Infomobility, comunque, è altro ancora: è ad esempio chi di fatto gestisce il complesso fenomeno delle multe in città – strisce blu legali e non, varchi elettronici, personale civile incaricato di sanzionare le vetture e la cui solerzia è nota – su cui si poggia il bilancio cittadino ma anche il grande carrozzone cui girare, all’occorrenza, incombenze di vario genere, non ultimi persino contratti di collaborazione di personale che lavora a palazzo municipale. E poco importa se, come nel caso di un paio di addetti stampa (tra cui il direttore del nuovo sito), il collegamento con trasporti e mobilità sia poco evidente o del tutto assente. Ciò che conta, una volta tanto che ci si riesce, è far quadrare i numeri.

a.d.n.

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