In occasione della conferenza sul futuro della Libia in corso a Londra, il Consiglio nazionale transitorio, creato dagli insorti libici, ha diffuso il suo manifesto in otto punti, in cui esprime la sua “visione per la ricostruzione di uno stato libico democratico”, che “risponde ai desideri e alle aspirazioni del popolo”. Nella nota che accompagna il testo, chiamato ‘Visione per una Libia Democratica’, si legge: “La Libia è al crocevia con la storia. Ci lasciamo alle spalle gli anni bui della dittatura e ci avventuriamo in una nuova era di cambiamento democratico. Il Cnt, il solo legittimo rappresentante del popolo libico, ha compiuto i primi passi per realizzare le aspirazioni democratiche della gente”. Il documento prosegue indicando “l’obbligo” da parte del consiglio di emanare una bozza di costituzione. La bozza affronterà nodi fondamentali come “la separazione dei poteri, il suffragio universale, la garanzia dei diritti umani fondamentali, lo stato di diritto”. Il Cnt si propone infine di dar vita a una Libia che prenda parte alle attività della comunità internazionale in modo “attivo, costruttivo” su base “egalitaria”. “Il popolo libico – conclude la nota – ha sopportato molti sforzi. Noi crediamo questo sia il primo raggio di luce a bucare le nubi della dittatura”.

Il primo punto indicato nel documento, firmato dalla Commissione Affari politici e internazionali del Consiglio, prevede la stesura di “una Costituzione che definisca chiaramente la sua natura, la sua essenza e i suoi obiettivi e crei le istituzioni giuridiche, politiche, civili, legislative, esecutive e giudiziarie”.

Il secondo punto prevede la “formazione delle organizzazioni politiche e delle istituzioni civili, compresi i partiti politici”.

Nel terzo punto si enuncia la garanzia del “pluralismo intellettuale e politico” e nel quarto “il diritto di voto in elezioni parlamentari e presidenziali libere e giuste”.

Il quinto principio è il “rispetto della libertà di espressione dei media” e “la libertà di manifestare pacificamente”, mentre

il sesto riguarda “i forti valori religiosi della pace, della verità, della giustizia e dell’uguaglianza”.

In settimo punto è dedicato alla “democrazia politica e ai valori della giustizia sociale”, tra cui “l’uso dell’economia nazionale a beneficio del popolo”, gli “investimenti nell’istruzione, nella ricerca e nello sviluppo”, il “rispetto della dottrina religiosa e la condanna dell’intolleranza, dell’estremismo e della violenza”.

Infine, l’ottavo punto riguarda le relazioni internazionali della Libia, da costruire sui principi del “rispetto dei vicini”, il “riconoscimento dell’indipendenza e della sovranità delle altre nazioni”, il “rispetto del diritto umanitario internazionale e delle Dichiarazioni dei diritti umani” e la condanna di ogni “razzismo, discriminazione e terrorismo”.

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