La cronaca del 27 marzo 2011

20.45 – Frattini: “Non c’è nessun asse italo-tedesco, ma idee da condividere”

“Non c’è nessun asse italo-tedesco ma idee che vogliamo condividere con tutti gli alleati martedì” a Londra. Così il ministro degli Esteri, Franco Frattini, è tornato a parlare – rispondendo ad una domanda del Tg1 – sulla posizione italiana in vista della riunione di contatto in programma nella capitale britannica dopodomani.

20.31 – Raid aerei su Tripoli, avvertite 6 esplosioni

Con il calare della sera i jet della coalizione tornano in azione sopra Tripoli. Almeno sei esplosioni sono state avvertite nella capitale libica.

20.26 – Testimoni: “Esplosioni a Sirte”

Gli aerei della coalizione hanno lanciato un raid aereo contro obiettivi a Sirte. In città si sono udite due forti esplosioni. Lo riferiscono testimoni sul posto.

20.17 – Accordo raggiunto, a Nato il comando di tutte le operazioni militari

Accordo raggiunto a Bruxelles tra i 28 ambasciatori del Consiglio Atlantico della Nato: all’Alleanza sarà affidato il comando di tutte le operazioni militari previste dalla risoluzione 1973 delle Nazioni Unite sulla Libia. Lo riferiscono fonti dei Ventotto. La Nato sarà quindi responsabile non solo dell’applicazione della no-fly zone e dell’embargo navale – compiti già assegnati a Bruxelles – ma anche le operazioni di attacco al suolo a difesa dei civili, finora competenza esclusiva della cosiddetta ‘coalizione dei volenterosi’ guidata dagli Usa, cui hanno partecipato anche in prima battuta Francia Gran Bratagna, oltre Canada e Italia. Il passaggio delle consegne tra la ‘coalizione dei volenterosì e l’Alleanza si concluderà entro 48-72 ore.

19.50 – Raid jet francesi su blindati e deposito armi Misurata

Jet francesi hanno bombardato blindati delle truppe di Gheddafi e “un grande deposito di armi” nelle regioni di Misurata e Zintan. Lo riferisce lo Stato maggiore di Parigi, specificando di aver effettuato i raid in ossequio alla risoluzione 1973 delle Nazioni Unite che autorizza la difesa dei civili libici “con tutti i mezzi possibili”.

19.00 – Bbc, Pro Gheddafi asserragliati in centro di Misurata

Le forze di Muammar Gheddafi hanno preso il controllo del Palazzo del popolo di Misurata, dove sono stati dispiegati cecchini sui tetti, e hanno in mano il 60 per cento della città. Lo riferiscono residenti alla Bbc. “Stiamo cercando un riparo, ma qui nulla è più sicuro”, ha detto un testimone, assicurando che in città ci sono elementi dell’esercito libico ma anche molti mercenari. Gli scontri più duri si sarebbero verificati a Tripoli street, arteria centrale della città”.

18.48 – Testimone: “Ancora scontri a Misurata fra ribelli e lealisti”

Continuano gli scontri nel centro di Misurata fra le forze leali a Gheddafi e gli insorti. Secondo quanto riferito da testimoni, per tutta la giornata si sono uditi “carri armati, mortai e colpi di artiglieria leggera”. “I ribelli vogliono andare avanti con l’assalto e buttare fuori dalla città gli uomini di Gheddafi ma abbiamo bisogno di più tempo a causa dei cecchini appostati sui tetti”, ha riferito un testimone, aggiungendo che finora non si hanno notizie di vittime, ma che i violenti scontri sono ancora in corso.

18.44 – Convoglio di mezzo militari e civili in fuga da Sirte verso Tripoli

Un convoglio di 20 mezzi militari e dozzine di civili sono stati visti lasciare oggi Sirte, città natale di Muammar Gheddafi, diretti verso Tripoli. Il convoglio militare includeva mezzi antiaerei mobili. I civili sono invece in fuga sulle proprie auto, cariche di persone e beni personali. Secondo quanto riferito dai ribelli, le forze antigovernative sono ormai a circa 100 km dalla roccaforte del regime, in attesa dei raid internazionali per iniziare l’avanzata verso la città natale del rais.

18.39 – Ribelli entrati a Nawfaliya

I ribelli libici affermano di essere entrati a Nawfaliya, circa 100 km a est di Sirte, e ultima città di rilievo prima della roccaforte di Muammar Gheddafi. Lo riferisce la Bbc online.

16.24 – Ribelli: “Pronti a esportare petrolio, raggiunto accordo con Qatar”

I ribelli libici si dicono pronti a esportare petrolio “in meno di una settimana” e in grado di produrre “dai 100.000 ai 130.000 barili al giorno”. Lo ha annunciato un portavoce, dopo la conquista oggi degli impianti e dei terminal a sud di Bengasi. Ali Tarhoni, responsabile per gli affari economici dei ribelli riferisce: “Abbiamo raggiunto un accordo” con il Qatar per l’esportazione del petrolio dell’est del Paese. A Ras Lanuf, considerato il secondo sito strategico per il settore energetico libico, c’è una raffineria da 220.000 e numerosi depositi di petrolio e gas. L’altra città conquistata, Marsa el Brega, è invece sede di un importante terminal per l’export. Tobruk, altro centro petrolifero del Paese, è rimasto poi nelle mani dei ribelli sin dall’inizio della rivolta contro Gheddafi.

16.21 – Gb: “Il controllo del petrolio dei ribelli cambia dinamiche del conflitto”

“Stiamo assistendo sul terreno all’avanzata dei ribelli verso ovest da Ajdabiya a Brega, lungo la costa. Ciò produce naturalemte una dinamica politica molto diversa”, ha detto Fox alla Bbc. Il controllo dei terminal petroliferi crescerà a mano a mano che procederà l’avanzata lungo la costa, ha spiegato, lasciando ai ribelli “gran parte del controllo delle esporatzioni di petrolio… ciò produrrà una nuova dinamica con un diverso equilibrio in seno alla Libia”.

16.14 – Misurata, ripreso attacco lealisti

Le forze fedeli a Muammar Gheddafi hanno ripreso l’attacco contro Misurata, la città portuale stretta tra Tripoli e Sirte. Lo riferiscono residenti. I lealisti hanno così posto fine ad una breve pausa nei combattimenti seguita ad attacchi aerei alleati, ha riferito un residente. “Misurata è sotto attacco”, ha detto riferendosi a “città e zona del porto dove ci sono migliaia di lavoratori. Non sappiamo se si tratti di artiglieria o di mortai”.
Un ribelle, sempre da Misurata, ha detto che Gheddafi sta spostando tutto il suo peso su Misurata allo scopo di poter controllare l’intera parte ovest del paese dopo aver perso quella est.

15.45 – Cnn: “Tripoli deserta”

Tripoli appare oggi “deserta” con molti negozi chiusi: gli unici assembramenti di persone si notano ai pochi distributori di benzina aperti, con lunghe file di auto in coda. Lo riferisce il corrispondente Cnn, precisando che la Tv di Stato libica non ha dato notizia della ritirata delle forze di Muammar Gheddafi dalle città a est a ridosso di Ajdabiya. “I funzionari sembrano scioccati dalle notizie sull’avanzata dei ribelli”, scrive il corrispondente Cnn dalla capitale libica.

15.07 – H.Clinton: “Diplomatici e militari stanno abbandonando Gheddafi”

Il leader libico, Muammar Gheddafi, è sempre più isolato e molti diplomatici libici e alti esponenti delle Forze armate lo stanno abbandonando: lo ha annunciato il Segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, nell’ottavo giorno di operazioni militari nel Paese nordafricano. “Ci sono molti diplomatici e alti esponenti delle Forze armate in Libia che stanno disertando e passando” con l’opposizione, ha spiegato la Clinton intervistata dalla Cbs.

15.04 – Ribelli prendono il controllo di Bin Jawad

Anche la città di Bin Jawad si trova ora sotto il controllo dei ribelli che si oppongono al regime libico di Muammar Gheddafi. L’ultimo successo giunge dopo che oggi gli insorti sono arrivati a Ras Lanuf, al Burayqa e Uqaliya. Ora, dopo che ieri erano state prese Ajdabiya e Brega, il nuovo obiettivo è la città chiave di Sirte, 400 chilometri a nord est di Rripoli. E dopo Sirte, si punta a Misurata, considerata la porta per arrivare sino a Tripoli.

14.47 – Tremonti: “La soluzione può essere solo europea”

“La soluzione può essere solo europea”. A sostenerlo a In Mezz’ora è il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, in merito alla crisi libica.

14.45 – Inviato Ansa: “Ribelli avanti a Ras Lanuf, no resistenza”

Lungo la strada da Bengasi a Ras Lanuf non c’è “segno della presenza dei soldati di Muammar Gheddafi”: lo ha constatato il corrispondente dell’Ansa che segue l’avanzata delle forze antigovernative verso Sirte. Ieri Tripoli aveva affermato di aver ritirato le proprie forze dall’area a sud di Bengasi, sede di strategici impianti energetici.

14.36 – In Sardegna aerei Emirati Arabi

E’ cominciato nel primo pomeriggio il rischieramento in Sardegna dei velivoli degli Emirati Arabi Uniti che parteciperanno alla coalizione che su mandato dell’Onu dovrà garantire la no fly zone sulla Libia. Alle 14.00 nell’aeroporto “Mario Mameli” di Cagliari-Elmas è atterrato un Airbus-330 con materiali e personale logistico. Nella base aerea di Decimomannu, dove gli emiratini venivano attesi ormai da otto giorni, sono dati in avvicinamento i velivoli da combattimento che affiancheranno gli F-18 spagnoli e gli F-16 olandesi che operano dall’isola.

14.35 – Gb, a conferenza di Londra oltre 35 Paesi

Alla conferenza di Londra sulla Libia di martedì prossimo parteciperanno i ministri degli Esteri di più di 35 paesi oltre che “le organizzazioni internazionali che hanno dimostrato interesse per il futuro del popolo libico”. Lo si legge in un comunicato diffuso oggi dal ministero degli Esteri britannico, il Foreign and Commonwealth Office. “Il segretario generale dell’Onu Ban Ki Moon, il presidente dell’Unione Africana Jean Ping, il segretario di Stato americano Hillary Clinton nonché i ministri degli Esteri di oltre 35 paesi – recita la nota – hanno confermato loro presenza”. Tra gli obbiettivi del summit vi è quello di creare una “vasto gruppo” che guardi “al sostegno a lungo termine” del Paese, sia con misure di “assistenza umanitaria” che di supporto alla “fase di transizione”.

11.39 – France Press: “Terminal petrolio Ras Lanuf in mano ai ribelli”

Il terminal petrolifero di Ras Lanuf, nella Libia orientale, è caduto nelle mani delle forze antigovernative. Lo hanno constatato giornalisti della France Presse.

11.25 – Bbc, Difesa Gb: “Non stiamo armando i ribelli”

“Non stiamo armando i ribelli e non abbiamo in programma di fornire loro armi”. Lo ha detto alla Bbc Liam Fox, segretario alla Difesa britannico. Secondo il sito dell’emittente britanica, Fox ha detto che la coalizione è intervenuta “per difendere i civili nella speranza che possano dormire nei loro letti la notte senza chiedersi se il regime li ammazzerà”.Secondo indiscrezioni raccolte dal Washington Post, gli Usa e gli alleati stanno considerando la possibilità di fornire armi agli insorti libici per aiutarli a sconfiggere le forze del colonnello Gheddafi.

11.18 – Medico Misurata: “Contro raid nuove tattiche lealisti”

Un medico di Misurata ha detto allaBbc che ieri la città-martire 200 chilometri ad est di Tripoli ha subito da parte delle forze di Gheddafi uno degli attacchi più devastanti dall’inizio del conflitto e che i ‘lealistì usano nuove tattiche per evitare di essere colpiti dai raid aerei alleati. “Le truppe di Gheddafi usano civili come scudi umani e nascondono i loro carri armati negli edifici – ha detto il medico, secondo il sito online della Bbc – Usano veicoli civili al posto dei tank, usano mitragliatrici al posto dell’artiglieria. Quando si sentono gli aerei stranieri, smettono di attaccare. Ma appena gli aerei si allontanano, ricominciano a bombardare”.

11.02 – Ribelli conquistano anche porto di Al Burayqa

I ribelli che combattono contro il regime libico di Muammar Gheddafi affermano di aver preso il controllo del porto petrolifero di al-Burayqa. Lo riferisce il sito dell’insurrezione Libya al Youm. In città, si legge, l’elettricità è stata tagliata da giorni e scarseggia il cibo. Mentre continuano i raid della coalizione contro le forze di Gheddafi, i ribelli continuano ad avanzare verso ovest dopo aver conquistato ieri la città chiave di Ajdabiya. L’obiettivo è raggiungere Misurata, terza città del paese assediata dalle forze di Gheddafi fin dal 19 febbraio, considerata la porta per raggiungere Tripoli.

10.34 – Al Jazeera, presa Brega, insorti verso Ras Lanuf

Le forze antigovernative hanno riconquistato la strategica città di Brega, nella Libia orientale, e, avanzando verso ovest, hanno già raggiunto Uqayla, l’ultima località prima del principale terminal petrolifero libico, Ras Lanuf. Lo ha riferito un corrispondente di Al Jazira. Ieri, dopo pesanti raidaerei della coalizione internazionale contro le forze di Gheddafi, gli insorti avevano ripreso la città di Ajdabiya e in seguito avevano rivendicato anche la riconquista del porto petrolifero di Brega. Ma la notizia non era stata confermata. Il villaggio di Uqayla si trova a circa 110 chilometri ad ovest di Ajdabiya, una trentina ad est di Ras Lanuf.

08.42 – Tripoli chiede stop raid e riunione consiglio Onu

Il regime di Muammar Gheddafi ha chiesto la fine degli attacchi aerei della coalizione internazionale e ha lanciato un nuovo appello per una riunione urgente del Consiglio di sicurezza dell’Onu. L’appello è giunto dopo gli intensi bombardamenti degli alleati lungo la strada che collega Ajbadiya, la strategica città orientale riconquistata ieri dagli insorti, e Sirte, la città natale del colonnello.
Un portavoce del regime, Ibrahim, ha definito l’offensiva “sanguinaria, immorale e illegale” e ha nuovamente parlato di “numerose vittime tra i militari ma anche tra i civili”.
“Chiediamo il blocco urgente e immediato dei raid aerei e una riunione urgente del Consiglio di sicurezza” dell’Onu.
Secondo Ibrahim, la coalizione ha intensificato le incursioni con l’avvicinarsi di un vertice, in programma per martedì a Londra, durante il quale sarà esaminata un’iniziativa franco-britannica per una soluzione politica del conflitto in Libia.

08.04 – Frattini: “Pronto piano italo-tedesco per dopo Gheddafi

”Abbiamo un piano e vedremo se sipotrà tradurre in una proposta italo-tedesca. Magari da elaborare in un documento congiunto da presentare martedì”, al vertice della coalizione che si terrà a Londra. Lo annuncia il ministro degli Esteri, Franco Frattini, in un’intervista alla Repubblica. “In questi giorni difficili – afferma il capo della diplomazia italiana – forse l’Europa ha perso dei pezzi, noi non vogliamo perdere la Germania e un’evoluzione verso il cessate il fuoco ne renderà più facile il rientro”. Il ministro ricorda che “fino ad oggi sono esistiti tre comandi distinti delle operazioni: quello italiano e americano a Napoli, un secondo britannico e un terzo francese” ma da lunedì il comando passa alla Nato. Quanto allo stato di salute dei rapporti con la Francia, Frattini fa sapere che “restano immutati”, ma aggiunge che “non abbiamo condiviso la scelta della coalizione dei volenterosi. Vi abbiamo partecipato in quanto misura urgente e temporanea”. Ed esclude che ora esisterà una cabina di regia, “tanto meno a due”. I passaggi del piano italo-tedesco prevederebbero, secondo il ministro, il cessate il fuoco che dovrà essere monitorato dalle Nazioni Unite, l’istituzione di un corridoio umanitario permanente e un “impegno forte dell’Unione africana e della Lega araba”, oltre al coinvolgimento dei gruppi tribali “che lavoreranno ad una costituzione per la Libia”. Quanto alla sorte del rais, Frattini esclude la sua permanenza al potere e dichiara: “altra cosa è pensare ad un esilio, l’Unione africana si è già fatta carico di trovare una soluzione” e anche nel regime libico c’è chi “sta lavorando per favorire dall’interno questa via d’uscita”.

00.47 – Raid coalizione tra Ajdabija e Sirte

La coalizione internazionale in nottata ha attaccato le forze fedeli Muammar Gheddafi lungo la strada che collega Ajdabiya a Sirte. Lo ha reso noto un portavoce governativo a Tripoli. Ajdabiya è la città strategica a circa 160 chilometri da Bengasi che gli insorti hanno appena riportato sotto il loro controllo. Sirte, circa 400 chilometri più a ovest, è la città natale di Gheddafi ed è considerata una delle sue roccaforti. Nel dare notizia dei nuovi raid, il portavoce governativo ha nuovamente parlato di “numerose vittime tra i militari ma anche tra i civili”

00.37 – Gates, Gheddafi fa passare sue vittime per morti raid

Le forze fedeli a Muammar Gheddafi userebbero i cadaveri delle persone da loro uccise facendoli passare per vittime civili dei raid aerei della coalizione: è quanto ha sostenuto stasera il segretario alla difesa americano, Robert Gates, in un’intervista all’emittente Cbs, sulla base di “rapporti di intelligence”.“Abbiamo numerosi rapporti di intelligence – dice il capo del Pentagono – che ci dicono che Gheddafi sposta i cadaveri di quelli che ha ucciso mettendoli sui siti che noi abbiamo attaccato”. Il regime ha infatti accusato i raid di aver provocato numerose vittime civili, mentre i piloti hanno dichiarato di aver usato la “massima prudenza”.“La verità è che ci crea problemi se ci sono prove che siamo responsabili di vittime civili”, ha detto ancora Gates.

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