Un'immagine dall'installazione "Shifting sitting" di Aernout MikNon é la prima volta che il presidente del Consiglio italiano é fonte di ispirazione artistica. Già in passato, al Museo d’Arte Contemporanea di Zurigo, era stata esposta un’opera dal titolo Mani Pulite, consistente in una saponetta che l’artista Gianni Motti, in una intervista al settimanale Weltwoche, sosteneva di avere ottenuto impastando la massa di grasso prelevata a Silvio Berlusconi durante un intervento di liposuzione, in una clinica svizzera.

Ora é il turno di una retrospettiva del videoartista olandese Aernout Mik, che comprende un insieme di installazioni e proiezioni realizzate nel corso degli ultimi dieci anni, attualmente in corso a Parigi, al museo Jeu de Paume. Della mostra fa parte anche un nuovo lavoro, commissionato congiuntamente, per l’occasione, dallo Stedelijk Museum di Amsterdam, dallo Jeu de Paume di Parigi e dal Museum Folkwang di Essen.

“La nuova opera, che ho ideata in occasione della mostra
– ha spiegato  Aernout Mik – si intitola Shifting Sitting. Assomiglia ad un processo contro Berlusconi, sebbene ci siano anche delle altre persone, e lui faccia parte di un piccolo gruppo, e quindi non riguardi solo lui. Ciò che accade nella pièce. al confine tra politica e giustizia, é piuttosto confuso. Ed é anche una specie di riflessione su che cosa sia questa figura di potere, su questo carisma, e sulla maschera che indossa chiunque sia davvero al potere, viva sui media, e usi i media per mantenersi al potere. E credo che questo faccia parte del mistero che circonda queste figure che raccolgono grandi consensi nel pubblico”.

L’artista prosegue così la sua riflessione sulle varie facce della democrazia in Europa e, in questa nuova videoinstallazione, affida il ruolo del protagonista al collasso dei confini tra politica, giurisdizione, media, riassunto proprio nella figura di Berlusconi.

Le immagini, filmate a Roma, all’Eur, scorrono su tre diversi schermi. Le scene sono ambientate in un tribunale dove vengono interrogati cinque uomini, businessmen o politici, alcuni dei quali presentano un’inquietante somiglianza con Berlusconi; l’intero cast comprende circa 120 persone.

Il titolo della mostra è Communitas ed è un riferimento al termine usato dall’antropologo Victor Turner che, analizzando il concetto di dramma sociale, indica con questo termine una fase di transizione, al di là dell’ordine sociale consolidato, un momento in cui tutti i membri di un gruppo sono uguali e sono temporaneamente uniti da un senso di comunione e solidarietà.

Aernout Mik, Communitas

Museo Jeu de Paume, Parigi
dal 1 marzo all’8 maggio 2011

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