Dopo le inchieste sulle infiltrazioni della criminalità organizzata, Buccinasco, paesone alle porte di Milano soprannominato “la Platì del nord”, torna agli onori delle cronache per un giro di mazzette per gare d’appalto e manutenzione pubblica. Il presunto giro di tangenti ha decapitato la giunta comunale dela cittadina dell’hinterland milanese targata Popolo delle libertà. In manette sono finiti il sindaco Loris Cereda, l’assessore al Lavori pubblici Marco Cattaneo e il consigliere comunale Antonio Trimboli. Tra gli altri sono finiti dietro le sbarre Umberto Pastori, che dirige una società che opera nel campo degli ipermercati, Cesare Lanati, amministratore di una società edile e il commercialista Ettore Colella.

Alcune forze politiche hanno fatto “privato mercimonio” della cosa pubblica asservendola “agli esclusivi interessi privati”, come scrive scrive Gaetano Brusa, Gip di Milano, nella sua ordinanza. L’inchiesta, coordinata dalla Procura di Milano, è stata avviata circa un anno fa ed è nata in seguito ad una denuncia alla Guardia di Finanza proveniente dall’interno della stessa amministrazione comunale di Buccinasco.

Gli episodi di corruzione contestati sono sei e riguardano gare d’appalto nel settore dell’edilizia pubblica e contratti di forniture di servizi, come il verde, l’illuminazione urbana e la costruzione di alcuni ipermercati nel territorio comunale. Al momento sono state individuate tangenti per 10 mila euro mentre per altre presunte mazzette sono in corso accertamenti tra cui indagini bancarie.

Al sindaco, in particolare, sono contestati i reati di corruzione e falso in atto pubblico, mentre all’assessore e al consigliere comunale quello di falso in atto pubblico.

Il sindaco Cereda sarebbe stato corrotto con una tangente da diecimila euro, divisa con “l’intermediario” Umberto Pastori, per l’approvazione “della convenzione tra il Comune di Buccinasco e la Sodibelco Srl per la concessione d’uso di un’area verde di proprietà del Comune da destinare a parcheggio, per favorire il buon esito di una operazione commerciale in corso” tra la stessa società edile, di cui l’amministratore è Cesare Lanati (altro arrestato), e la “Auchan Spa in relazione all’apertura di un nuovo punto vendita Auchan”. La mazzetta sarebbe stata versata da Cesare Lanati e si riferiva alla “realizzazione del futuro drive Auchan”, che sarebbe stato utilizzato “non come parcheggio pubblico”. Dunque c’era bisogno di una “modifica di destinazione d’uso”. L’episodio di corruzione si sarebbe verificato nel maggio 2010.

Come dice l’ordinanza di custodia cautelare, il primo cittadino del paese avrebbe gestito la cosa pubblica “al di fuori dei principi di lealtà, imparzialità e correttezza”. Anche in virtù della concessione di alcune auto di lusso. In particolare secondo l’accusa, Cereda, “di concerto con Ettore Colella, legale rappresentante della Mag Europe nonché commercialista dello stesso, si adoperava al fine di fare approvare, nell’interesse della Mag Europe il rinnovo del contratto per i servizi di igiene urbana alla Aimeri prevedendo il contestuale subappalto di parte dei servizi alla Mag Europe in sostituzione di altra società”. Anche per questo, al primo cittadino sono state messe a disposizione, in un caso per una settimana, in un altro per circa 3 mesi, auto di lusso quali: una Ferrari F141 di colore nero, una seconda Ferrari 599 di colore rosso e, per un periodo, in sostituzione della prima Ferrari, una Bentley.

Per il momento gli inquirenti della procura meneghina tendono a escludere collegamenti con le recenti inchieste sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta nei comuni dell’hinterland milanese.

Aggiornamento: Successivamente il signor Cesare Lanati, che aveva patteggiato la sua posizione, in ragione della sua condotta e dell’avvenuto risarcimento del danno, in data 11 maggio 2016, è stato riabilitato dal Tribunale di sorveglianza di Milano, con il conseguente venir meno degli effetti penali della condanna.

MANI PULITE 25 ANNI DOPO

di Gianni Barbacetto ,Marco Travaglio ,Peter Gomez 12€ Acquista
Articolo Precedente

Camorra, sequestrati beni per 7 milioni di euro al clan Giuliano

next
Articolo Successivo

Monica Rizzi, la laurea in Svizzera?
L’ateneo non ne sa nulla

next