Il logo dell'associazione di “ex-omosessuali” Exodus International, inventrice della 'app'

É una levata di scudi globale quella in corso contro Apple per colpa di un’applicazione (“app” in gergo) rilasciata sullo Store online della mela morsicata.

L’associazione di “ex-omosessuali” Exodus International ha rilasciato infatti una “app”, per iPhone che, pur non contenendo alcun materiale esplicitamente offensivo, ha dato il via a una petizione online (già firmata da 100 mila persone) che ne chiede la rimozione dallo Store digitale. L’associazione Exodus, da tempo si è data lo scopo di “liberare” uomini e donne “dall’omosessualità grazie al potere di Gesù” e sul suo sito informa che è “la più grande comunità metodista di coloro che lottano contro l’attrazione indesiderata tra persone dello stesso sesso e che cercano di vivere una vita che rifletta i veri valori cristiani”. L’app collega  il melafonino ai contenuti del sito dell’associazione, segnala i post del blog ed eventi in corso. Ma, informano le associazioni che hanno lanciato la petizione, “la così detta ‘terapia riparativa’   dell’omosessualità, è stata smentita dalle maggiori organizzazioni mediche professionali come l’associazione degli psicologi americani, e l’associazione dei medici americani” e tale supposta “terapia”, aggiungono, è dannosa per coloro che si sottopongono”.

Ben Summerskill, a capo dell’organizzazione Stonewall, ha dichiarato al Guardian: “Apple dovrebbe considerare l’attenzione che pone la comunità omosessuale nei suoi consumi”. Siamo a un passo dalla campagna di boicottaggio insomma. L’azienda di Steve Jobs ha redatto delle linee-guida per gli sviluppatori delle sue applicazioni. Sono vietati materiali pornografici, violenti, razzisti, antisemiti e omofobici. Ma questa volta non c’è traccia di tutto ciò: è la stessa “ragione sociale” di Exodus a risultare offensiva per la comunità  gay. Ciononostante, non c’è da escludere che Apple riesca a trovare a breve un escamotage per bloccare l’applicazione (e anche quest’ultima polemica).

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