La vignetta di Arnald tratta da Diversamenteoccupati.itDopo la chiusura della sede storica di via delle Botteghe oscure a Roma, il marchio Rinascita è stato rilevato da un nuovo proprietario, Massimiliano Iadecicco, che ha aperto altre librerie in diversi punti della città. L’azienda vive di rendita sfruttando l’immagine di libreria legata al Pci e infatti ha continuato a proporre un programma culturale “di sinistra” fatto di dibattiti, presentazioni di libri ed eventi musicali. Ma dietro le quinte il comportamento nei confronti dei lavoratori parla un’altra lingua.

Dal 10 marzo circola in rete un’intervista dal titolo Rinascita, libreria della precarietà, rilasciata da un lavoratore che si è rivolto ai Punti San Precario di Roma. L’intervista rompe il silenzio su una serie di comportamenti a dir poco scorretti della proprietà ai danni dei lavoratori, e sulla precarietà che vivono quotidianamente. Le dichiarazioni scuotono il clima già turbato da una serie di licenziamenti avvenuti senza preavviso dopo la recente chiusura di una delle tre sedi di Rinascita, quella di via Prospero Alpino all’Ostiense. C’è chi si è visto informare di non essere più un lavoratore di Rinascita dal proprio commercialista, che lo chiamava per ragguagli sul Tfr. Ma c’è anche chi lavora in nero, chi aspetta gli stipendi arretrati da un anno o chi è stato pagato con assegni scoperti.

In questo clima, la proprietà ha programmato una riunione per comunicare ai lavoratori chi di loro, dopo una “riorganizzazione aziendale” basata su una drastica riduzione del personale, sarà riassunto e chi invece dovrà restare a casa. In queste ore sembra si stia giocando a Indovina Chi. Chi verrà licenziato e con quali motivazioni? Chi continuerà a collaborare? Con quali garanzie contrattuali e salariali? Intanto si consiglia la lettura dell’intervista, che per ovvi motivi di ricattabilità sul posto di lavoro è anonima.

Vignetta di Arnald – Per ingrandire clicca qui

Articolo Precedente

Piazza precaria: dal flash mob del 17 marzo alla grande manifestazione del 9 aprile

next
Articolo Successivo

Susanna Camusso non parla coi precari

next