Potrebbe scomparire così, con un voto del consiglio di amministrazione lunedì 21 marzo, l’ultima radio locale della provincia di Ravenna, Radio Castel Bolognese. RCB, nata sull’onda delle radiolibere alla fine degli anni Settanta, ha più di trent’anni di vita e un radicamento molto forte conil territorio.

Inoltre ha registrato un rilevante aumento degli ascoltatori, passati da 28.000 a circa 50.000 alla settimana (dati rilevamento 2010). Più di una generazione è cresciuta con la musica el’informazione locale della radio castellana, eppure RCB potrebbe vendere le proprie frequenze a un network, che le utilizzerebbe per diffondere il proprio segnale, cancellando dall’etere l’emittente romagnola. Le motivazioni? I conti sono in rosso e all’aumento degli ascolti non è corrisposto un aumento delle entrate pubblicitarie, secondo quanto sostiene la presidenza della cooperativa.

Ma i soci lavoratori non ci stanno. Hanno iniziato lunedì 14 con una forma eclatante di protesta: Gabriele Rambelli, una voce storica di RCB, ha trasmesso dal tetto della radio, letteralmente agganciato all’antenna del ripetitore, per raccontare al pubblico quanto sta accadendo. E’ successo tutto quasi all’improvviso, raccontano i lavoratori, anche se qualcosa era già nell’ariada un po’, tanto da pensare che, forse, la vendita di cui si iniziava a parlare non fosse solo una vaga idea. “Rispetto a quanto fattura annualmente la cooperativa, lo scoperto non ci sembra così drammatico da giustificare una vendita – spiega Rambelli –. Noi soci lavoratori abbiamo proposto di farci carico dei debiti e prendere in mano la radio, ma ci siamo trovati di fronte a un no irremovibile”.

Il prossimo appuntamento è per lunedì 21 marzo, intorno alle 20, quando si riunirà l’assemblea deisoci per eleggere il nuovo consiglio di amministrazione, dato che quello precedentemente in caricaè decaduto in seguito alle dimissioni di tre consiglieri, uno per motivazioni estranee ai problemiattuali, gli altri due, invece, di soci lavoratori contrari alla vendita.Dopo le elezioni del nuovo consiglio, sarà proprio la questione della vendita a essere affrontata e ilavoratori della radio temono di trovarsi in minoranza e non poterla contrastare.

“Non si tratta di difendere solamente l’occupazione di coloro che fanno la radio tutti i giorni e che, con la vendita, rimarrebbero senza lavoro – continua Rambelli – ma di portare avanti unaradio storica, che da quando è nata è molto legata al territorio. Se chiudessero RCB in provincia di Ravenna non resterebbe più nessuna radio locale”.

Intanto i lavoratori della radio – che si sono mobilitati anche in rete e su Facebook, con il sito e il gruppo Urlando contro il cielo (www.urlandocontroilcielo.com) – hanno incassato l’appoggiodella Slc Cgil ravennate, particolarmente preoccupata per la perdita dei posti di lavoro, che hadichiarato di aver “già contattato il sindaco di Castel Bolognese Daniele Bambi, che si è reso subitodisponibile ad aprire un tavolo istituzionale al fine di trovare una soluzione condivisa”. Non manca ovviamente l’appoggio incondizionato degli ascoltatori: a oggi, in radio, hanno ricevuto più di 800 adesioni alla mobilitazione del 21, che consisterà nel creare una passerella di applausiironici per i soci che entreranno in consiglio. L’obiettivo? Farli vergognare per una scelta che sancirebbe la morte di una voce storica della Romagna.
Roberto Laghi

Articolo Precedente

Accorpamenti e maxi scuole
L’Ateneo in pieno caos

next
Articolo Successivo

La città del tricolore
invasa dalle bandiere

next