Il segretario del Pd, Pierluigi Bersani

Se la Lega domani non si presenterà in aula per le celebrazioni dei 10 anni dell’Unità d’Italia “Berlusconi deve ammettere che la sua maggioranza non c’è più”. Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, attacca il premier sulle dichiarazioni dei leader del Carroccio contro i festeggiamenti della nascita del Paese. “Berlusconi ha giurato sulla Costituzione e sulla bandiera. Se domani un partito della sua maggioranza non viene in Parlamento, lui deve dire che la sua maggioranza non c’è più perché su questo non si può scherzare”, ha detto Bersani.

Mentre Walter Veltroni ha invitato i ministri del carroccio a dimettersi se decidono di disertare l’aula. “Se domani la Lega non viene in Parlamento, per coerenza i ministri dovrebbero rassegnare le dimissioni”, ha detto. “Il carroccio vuol far vivere uno spirito di divisione”. Ma quello “della Lega è un atteggiamento fintamente alternativo”, ha insistito, “occupa i ministeri però fa finta di marcare una distanza”.

E’ stata la Lega stamani ad annunciare la sua assenza. Marco Reguzzoni, rispondendo in merito alla decisione della Lega ieri in consiglio regionale della Lombardia di uscire dall’aula al momento dell’Inno di Mameli,  ha risposto: “Cosa faremo domani? Non lo so, io non sarò in aula, starò con i bambini, visto che l’asilo è chiuso”. Roberto Calderoli, avvicinato alla Buvette, per non schierarsi accampa la scusa che sta mangiando e non puo’ rispondere sulla posizione della Lega a proposito dei festeggiamenti dell’unità d’Italia. Ma la pura verità la dice il ministro leghista Roberto Maroni che, accerchiato dai giornalisti sbotta in Transatlantico: lasciatemi in pace”. Insomma la Lega lancia il sasso e ritira la mano, anche perché sul suo atteggiamento sono piovute un diluvio di critiche. Da Massimo D’Alema innanzitutto. “E’ uno scandalo, è del tutto evidente che un partito di governo ha il dovere di onorare l’anniversario dell’unita’ d’Italia”, insistendo “è un atto intollerabile, una cosa grave”.

A chiedere le dimissioni della Lega  l’Idv con Antonio di Pietro e Massimo Donadi, che non usa mezzi termini: “E’ ora di finirla con questa pantomima ridicola diventata ora intollerabile: se la Lega non ritiene di festeggiare la festa nazionale dei 150 anni dell’Unita’ d’Italia si assuma le proprie responsabilità politiche ed esca dal governo”, ha detto. “Il silenzio di Maroni, quel ‘lasciatemi in pace’ ai cronisti che gli chiedevano della partecipazione sua e della Lega alle celebrazioni, è un’offesa profonda allo Stato, ai cittadini, all’istituzione che rappresenta”. Durissimo anche l’Udc, che con Casini e Cesa parla di “atto vergognoso”. Il leader dell’Udc non vuole nemmeno più parlare della Lega, avverte i cronisti, “perché è una perdita di tempo” ma le critiche non vengono solo dalle opposizioni. Anche all’interno della maggioranza si avverte qualche segnale di fastidio, soprattutto nell’area ex An. A partire da Ignazio La Russa: “La Lega cresca, e impari che i paesi più federalisti del mondo sono quelli più affezionati all’identità nazionale. La Lega cresca, ripeto, e smetta di seguire le minoranze estremistiche che ci sono dentro al Carroccio, e che si attardano sul secessionismo che Bossi per primo ha abbandonato”.

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