Disertano l’aula, sulla scia dell’“esempio” dato ieri dai colleghi lombardi. I consiglieri regionali della Lega Nord, a Bologna, non stanno prendendo parte in viale Aldo Moro alla seduta solenne per i 150 anni dell’Unità d’Italia. Manes Bernardini, l’uomo che il Carroccio vorrebbe candidare a sindaco per il centrodestra, Stefano Cavalli, Roberto Corradi e Mauro Manfredini, non si sono presentati questa mattina all’appuntamento: vuoti i loro banchi, mentre il professor Angelo Varni, vicepresidente del Comitato regionale per le celebrazioni dell’anniversario, sta tenendo una storta di lezione.

Alle 10.15 l’inno nazionale e poi un minuto di silenzio per le vittime giapponesi. Il presidente dell’Assemblea legislativa, Matteo Richetti, ha poi letto il discorso del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Successivamente ha tenuto un breve discorso richiamando il valore dell’unità e i paradossi e le divisioni che si stanno vivendo in Italia. Richetti, nel suo intervento, ha ricordato il rapimento di Aldo Moro 33 anni fa e l’uccisione in Afghanistan del tenente Massimo Ranzani le scorse settimane.

Proprio mentre ieri il vice ministro Roberto Castelli ha cercato di giustificare l’atteggiamento dei suoi colleghi di partito dicendo che il loro “è stato un gesto polemico nei confronti di alcune votazioni al momento dell’inno nazionale. Una questione nata sulla decisione del Consiglio regionale lombardo secondo cui, prima di ogni seduta, si dovesse suonare l’inno. La decisione era stata presa infatti col voto del Pd piu’ quello del Pdl”. Era dunque “piu’ una questione di polemica politica che altro”. Non sappiamo oggi quale giustificazione si riesca a dare. Tra l’altro, proprio stasera, è previsto un vertice tra Bossi e Berlusconi per stabilire se a Bologna correrà un candidato della Lega oppure del Pdl.

La Lega inoltre lascerà libertà di coscienza ai propri parlamentari sul partecipare o meno ai festeggiamenti di domani a Montecitorio per i 150 anni dell’unità d’Italia. La scelta non piace affatto a Ignazio La Russa che, interpellato dall’Agi a Montecitorio, sbotta: “La Lega cresca, e impari che i paesi piu’ federalisti del mondo sono quelli piu’ affezionati all’identita’ nazionale. La Lega cresca, ripeto, e smetta di seguire le minoraze estremistiche che ci sono dentro al Carroccio, e che si attardano sul secessionismo che Bossi per primo ha abbandonato”.

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