Una condanna a sette anni direclusione per Sergio Billè, ex presidente di Confcommercio: è la richiesta formulata dal pm Giuseppe Cascini nel processo sulla compravendita di un palazzo a Roma, in via Lima, sull’ appropriazione di somme versate a fondi previdenziali e sulla gara per l’assegnazione del patrimonio immobiliare di Enasarco.

Cascini ha chiesto, inoltre, una condanna a 3 anni per il figlio di Billè, Andrea, e a cinque anni di reclusione per l’ex presidente di Enasarco Donato Porreca e per l’ex consulente Fulvio Gismondi. E ancora 3 anni e mezzo per Luigi Gargiulo, ex collaboratore del finanziere Stefano Ricucci, che non sarà processato perché ha già patteggiato.

Al termine della requisitoria il pubblico ministero ha chiesto anche la condanna a 10 mesi di reclusione per Giuseppe Colavita, già dipendente del gruppo Magiste, e a sei mesi per Francesco Bucci Casari, legale rappresentante della società Garlsson Real Estate, anche questa riconducibile a Ricucci.

Agli imputati si contestano, a seconda delle posizioni, numerosi reati: dalla corruzione all’appropriazione indebita, dalla infedeltà patrimoniale all’occultamento di scritture contabili all’insider trading.

Tra gli episodi attribuiti dagli inquirenti c’è la promessa di 50 milioni di euro fatta da Ricucci affinchè la sua Magiste Real Estate spa si aggiudicasse nel 2005 la gara indetta per il servizio di gestione e valorizzazione del patrimonio immobiliare della fondazione Enasarco. Soldi che sarebbero stati destinati per il 40% a Porreca, presidente della stessa Enasarco, nonché presidente della Commissione che gestiva la gara, per il 20% al mediatore Fulvio Gismondi e per il 40% a Sergio Billè.

Articolo Precedente

Cassazione: “Su reati ministeriali decide pm ma la Camera può reagire”

next
Articolo Successivo

Il 17 marzo a Napoli, 150 proposte per l’Italia

next