Mentre Bersani, come D’Alema e consimili in passato, tenta di far breccia nella Lega, Fini nel suo focoso e battagliero intervento a Porta a porta dice quello che solo il Partito democratico sembra non sapere, con tutte la gravi conseguenze che ne derivano: “Il vero premier è Bossi”.

Biancaneve, il nano e la matrigna

D’ogni color ne ha fatte questo Fini:
pupillo nientemen che di Almirante,
laudator di Benito Mussolini,
sdoganato da un tal che fa il cantante

spacciandosi per ottimo statista,
cacciator d’immigrati coi padani,
a Genova al G8 sceso in pista
in appoggio agli agenti francescani

seviziatori dei manifestanti,
difensor delle leggi più schifose
per salvar il campion dei lestofanti,
colui che ai professori gay si oppose.

Ed ora, all’improvviso, cambia tutto:
Benito fu il peggior di tutti i mali,
il Cavaliere è un vero farabutto,
gli immigrati son esseri normali,

fare leggi ad personam non si deve,
sovente parla meglio di Bersani
e sembra diventato Biancaneve…
Giudicheran col voto gli italiani

se Fini è diventato opportunista
convinto di mancar l’eredità
oppur se è diventato uno statista
dopo una vita da quaraquaquà.

Ma un merito gli va riconosciuto:
l’aver detto che qui fa il presidente
non il gran puttaniere capelluto
che tanto sbraita, ma non dice niente,

ma Bossi, il grande Capo dei padani,
che lo manovra come un burattino.
Se lo capisse un dì pure Bersani,
non andrebbe da lui con il piattino…

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