Il presidente Usa, Barack Obama, durante una conferenza stampa alla Casa Bianca, ha annunciato di aver autorizzato l’uso di aerei militari per rimpatriare i profughi egiziani scappati dalla Libia in Tunisia. “Stiamo rispondendo velocemente alla crisi umanitaria insieme alle organizzazioni internazionali”, ha detto Obama. Il presidente americano ha poi aggiunto che gli americani “si sentono oltraggiati dalle violenze commesse in Libia” e ancora “la violenza deve finire, Gheddafi deve andarsene”. Obama ha poi ribadito: “Vogliamo una capacità totale di intervento rapido”. In sostanza il presidente americano non esclude nessuna opzione, neppure quella militare.

Intanto due navi da guerra americane, la Uss Kearsarge e la Uss Ponce si trovano a circa 50 miglia al largo delle coste libiche, in attesa di istruzioni. La notizia è stata rilanciata sul sito web del Washington Post. Le due navi hanno attraversato il Canale di Suez e si trovano nel Mar Mediterraneo. Si tratta della porta-elicotteri anfibia Uss Kearsarge, che trasporta 42 elicotteri ed equipaggiamento medico, e la Uss Ponce, che trasporta munizioni e mezzi da sbarco. In tutto sono imbarcati circa 2mila marines.

Nella tarda mattinata, in una conferenza stampa all’Aya, il procuratore generale della Corte penale internazionale, Luis Moreno Ocampo, ha dato notizia dell’apertura di un’inchiesta sui crimini contro l’umanità compiuti in Libia dal 15 gennaio scorso”. Tra i nomi degli indagati, quelli di Muammar Gheddafi e di tre dei suoi figli, mentre tra i gerarchi, compare il nome del ministro degli Esteri Moussa Kusa.

Questa mattina un testimone oculare aveva riferito che su Marsa el Brega, città della Cirenaica e importante centro petrolifero libico, è stata sganciata almeno una bomba. “Ho sentito il rumore dell’aereo, poi l’esplosione e poi ho visto il cratere”, ha detto Mohammed Shibli.  La zona da ieri è al centro di una battaglia tra i ribelli e le milizie fedeli a Muhammar Gheddafi. L’ordigno è caduto vicino alla facoltà di ingegneria petrolifera, a circa 2 km dal terminal del greggio.  

Secondo Seifulislam Gheddafi, figlio del rais libico, “Le bombe sganciate dall’aviazione libica avevano come unico obiettivo quello di ‘spaventare’ i rivoltosi e costringerli a disperdersi, non di ‘ucciderli'”, ha affermato nel corso di un’intervista a ‘Sky News’. Il figlio di Gheddafi ha parlato anche degli scontri in atto a Brega. “Nessuno permetterà mai che i miliziani controllino Brega – ha dichiarato – Sarebbe come se qualcuno contollasse il porto di Rotterdam in Olanda”.

E’ evidente che continui la strategia della minaccia di Gheddafi, mentre i ribelli si stanno dirigendo in massa verso la città nell’est del paese, per rafforzare le loro posizioni in previsione di una nuova controffensiva delle truppe del colonnello. Il raìs ha promesso ieri che ci saranno migliaia di morti nel caso di un intervento militare degli occidentali in Libia; nella parte orientale del paese, ormai controllata dai ribelli, ha intanto inviato truppe e aerei caccia. Nuovi raid aerei si registrano questa mattina anche sulla città di Ajdabiya, in Cirenaica, che ieri insieme a Brega è riuscita a resistere agli attacchi condotti dalle brigate fedeli al leader libico. Il bilancio ufficiale dei combattimenti di ieri è stato di almeno 12 morti.

Dall’Europa intanto arrivano misure concrete contro il regime: da oggi è operativo il blocco dei beni dei sei principali componenti della famiglia Gheddafi e di 20 stretti collaboratori del regime libico. Il regolamento Ue che dispone il congelamento di tutti i fondi e le risorse economiche di queste 26 persone è stato pubblicato oggi sulla Gazzetta Ufficiale dell’Ue ed è entrato immediatamente in vigore.

Sull’emergenza immigrati è intervenuto anche il ministro dell’Interno Roberto Maroni: “Ci sarà sicuramente un fondo nazionale per il piano d’emergenza”, ha detto il ministro a conclusione dell’incontro con i rappresentanti delle regioni, dei comuni e delle province con i quali ha fatto il punto alla luce di quanto sta accadendo in Libia. ”Abbiamo avviato un tavolo con Regioni ed enti locali per verificare le strutture che possono essere usate per gestire l’arrivo di 50.000 persone dal Nordafrica, che è lo scenario peggiore”.

Secondo Al Jazeera, Gheddafi sarebbe favorevole al piano di pace proposto da Hugo Chavez. Nel corso di un colloquio telefonico di ieri tra i due leader, il presidente venezuelano ha proposto di creare una missione internazionale formata da paesi amici per mediare tra i dirigenti libici e i ribelli. Già lunedì il capo di stato venezuelano aveva lanciato l’idea di creare una missione internazionale di pace formata da molti paesi amici, che può esercitare un ruolo di mediazione tra il colonnello libico e gli insorti, condannando ogni intervento militare, che, secondo lui, sarebbe “una catastrofe”.

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