Ci fu una manovra, quasi una corsa, per occuparsi di Ruby e arginare la sua tendenza a chiacchierare troppo. La ragazza che non riesce a non dire di essere stata ospite del premier, di “essere pagata perché bella”. Una accelerazione per avere una sorta di affidamento alla quale avrebbero partecipato sia Lele Mora che Nicole Minetti, almeno a quanto dicono, ascoltate come persone informate sui fatti, le assistenti sociali del Pronto intervento minori del Comune di Milano.

Nelle loro deposizioni – riportate da Repubblica – parlano di quello che Ruby aveva confidato a loro durante le poche sedute. “Ruby mi disse che c’erano persone adulte che avrebbero voluto occuparsi di lei. Nicole Minetti, ancora lei, ma anche altre famiglie di cui non disse il nome”. L’assistente sociale – siamo nel giugno del 2010, lontani dalle prime pagine dei giornali sul Bunga Bunga – dice di essersi dimostrata possibilista per incontrare questa Minetti. “Concordammo di vederci il 16 giugno con Ruby e Minetti. Quando Ruby arrivò all’appuntamento aveva trecento euro in contanti in mano”.

Pochi giorni dopo è Lele Mora che si muove. Prima telefona alle assistenti sociali, poi le incontra. E’ il 21 giugno, l’appuntamento è in largo Treves, sotto gli uffici della società di Mora. L’agente delle veline si presenta con il verbale della questura firmato il 28 maggio, la notte in cui Ruby viene affidata alla Minetti. Non sappiamo a quale titolo Mora abbia quel verbale o perché si senta di esibirlo. Ma lo fa. E alle domande risponde con persuasione: “Sono una persona sensibile alle problematiche sociali”. Letta oggi quest’affermazione fa quasi sorridere. Lele Mora sa benissimo che Ruby Rubacuori fa parte del gruppo delle ragazze dell’Olgettina. Più che le problematiche sociali – ipotizzano oggi i magistrati – voleva che Ruby non aggiungesse niente su quelle che erano state le notti ad Arcore, i regali ricevuti dal premier Silvio Berlusconi, i soldi cash. E qualcosa dice alle assistenti sociali. Ma soprattutto se nelle intenzioni di Mora e della Minetti c’è quella di evitare che Ruby parli troppo e finisca nelle mani sbagliate, soprattutto in quelle della polizia, le loro intenzioni saltano, visto che la ragazza il 22 giugno va in questura insieme al suo avvocato. Troppo tardi per riprenderla e riportarla a ragionevoli consigli.

Ruby invece è ormai irrecuperabile. Racconta spesso e volentieri dei regali del premier, delle sue serata a villa San Martino. Lo fa soprattutto al telefono con gli amici ai quali confida di cercare un appartamento da 350.000 euro. “Tanto me lo regala lo zietto ah ah. Posso scegliere qualcosa di carino”, dice all’agente immobiliare incaricata di trovarle la sua nuova dimora. Ma dal punto di vista probatorio sembrano più interessanti le telefonate che Ruby fa ai suoi amici. Come quella del 14 gennaio scorso: “Silvio mi chiama di continuo, mi dice cerca di passare per pazza. Racconta cazzate, ma io ti sarò sempre vicino. E avrai da me qualsiasi cosa”. E ancora: “Con il mio avvocato gli abbiamo chiesto 5 milioni in cambio del fatto che io passi per pazza e racconti solo cazzate. E lui ha accettato… In effetti seguiremo questa strada”.

Ma già da ottobre questi soldi saltano fuori. Prima ne parla il fidanzato di Ruby, Luca Risso, e lo fa chiedendo all’avvocato di Ruby se “saltano fuori questi 4 kg e mezzo di patate”. Il 26 di ottobre Ruby fa intendere a un amico di averli già ricevuti. L’amico: “Te li ha dati questi soldi?”. E lei: “5 milioni”.

In realtà da successive telefonate in cui Ruby, sempre agli amici, parla di riunioni alle quali avrebbero partecipato oltre al premier e Ruby, il fotografo Corona, l’ex calciatore Bettarini, uno degli avvocati di Berlusconi e l’avvocato di Ruby stessa. Quella sera Corona – che smentisce completamente l’accaduto – avrebbe preso da parte Ruby e le avrebbe detto: “Sei una grande. Continua così e sai quanti soldi ti fai?”.

E.L.

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