Primarie di Torino: c’è un’alternativa. C’è un modo per evitare uno sfibrante e sotterraneo gioco della torre (“chi butteresti tra Fassino e Gariglio”?), una grottesca richiesta di voto “utile” che i supporters dei due candidati Pd rivolgono alla sinistra interna e soprattutto esterna al partito.

Per chi come me ha già vissuto le primarie di Milano sono curiosi i rovesciamenti di prospettiva.

Lì era stata una gara tra chi preferiva Pisapia e chi Boeri, con la variabile “in negativo” della paura della destra, e quindi della ricerca del candidato meno vulnerabile al ballottaggio con la Moratti. All’inizio nel capoluogo piemontese c’era anche questo elemento, con i sostenitori di Fassino a dire che con lui si vince di sicuro, e quelli di Gariglio a dire che col “vecchio” si va a rischio.

Ma , man mano che ci si avvicina a chiudere le urne delle primarie del 27 febbraio, è sempre più evidente che il centro-destra sarà fuorigioco, e che si tratta di eleggere, alle primarie, il sindaco. Ecco allora scattare un diverso e inedito richiamo della paura e al voto utile. Aiuto, vince Fassino, è regime, è il vecchiume, sarà autoferenziale, non accetterà discussioni, starà con Marchionne.

A dirlo sono esponenti del Pd che hanno magari pienamente sostenuto il principale sponsor di Fassino, ovvero Chiamparino. Indicano l’alternativa in Davide Gariglio, già amministratore delegato dell’azienda dei trasporti, già presidente del consiglio regionale, ex bimbo prodigio del Partito Popolare. Quando si stava avviando la candidatura Fassino erano in molti, dentro e attorno al Pd, a osteggiarla. Ora che tra gli esponenti del Pd è rimasto in campo come candidato solo Gariglio, sta avvenendo il fenomeno opposto. Sostenere Fassino per evitare Gariglio. In questo caso gli argomenti sono che è di origini democristiane, che (quindi?) non dà garanzie né di laicità né di trasparenza e che i suoceri, Galleano, hanno terreni e interessi privati consistenti. In tutti e due i casi i demonizzatori di Fassino pro Gariglio e di demonizzatori di Gariglio pro Fassino cercano i voti della sinistra interna ed esterna al Pd. (Come se non avessero sciolto Ds e Margherita per confluire…).

Tocca proprio a chi vuole un’alternativa al verticismo cerchiobottista di Chiamparino introdurre intanto un po’ di buon senso. Sia Fassino che Gariglio rischiano di essere un po’ peggio del sindaco precedente, ma nessuno dei due è un demonio per evitare il quale occorra scegliere l’altro. Piuttosto la somma ponderata degli argomenti usati dagli attivisti Pd, quelli anti Gariglio e quelli anti Fassino, sarebbe un buon motivo per uscire dalla falsa antinomia e per puntare su una possibilità diversa. Per la maggior parte della sinistra e degli ambientalisti torinesi l’opzione diversa – e al tempo stesso possibile, realistica – è rappresentata da Gianguido Passoni, assessore uscente, indipendente di sinistra. Che nei sondaggi è terzo, per i motivi sopracitati, ma potrebbe fare un balzo sorprendente se i circa 8 mila torinesi che hanno firmato per lui si mobiliteranno nelle ultime ore.

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