How to lie with statistics è un delizioso libriccino pubblicato per la prima volta in lingua inglese nel 1954 e tradotto in italiano nel 2007 con il titolo Mentire con le statistiche. È una sorta di compendio dei metodi utilizzati per mentire o comunque per “tirare acqua al proprio mulino” utilizzando le statistiche. La sola edizione in lingua inglese ha venduto più di un milione e mezzo di copie, e dovrebbe essere una lettura obbligatoria a scuola, bombardati come siamo ogni giorno da sondaggi e statistiche forniti da politici, industrie, associazioni, giornali e così via.

Mi è venuto in mente quel piccolo libro leggendo in questi giorni le reazioni al rapporto annuale dell’Isaaa sullo stato della coltivazione degli Ogm nel mondo. Nel riassunto si può trovare chi coltiva cosa, dove e quanto.

La maggior parte dei media stranieri, e chi è favorevole agli Ogm, commentando il rapporto tende a mettere in evidenza come gli Ogm nel mondo siano in continua crescita e come nel 2010 abbiano avuto un aumento del 10% delle superfici coltivate rispetto all’anno precedente. Chi invece è contrario agli Ogm, in Europa, tende a mettere in evidenza come nel nostro continente ci sia stata una diminuzione delle superfici coltivate (gli unici due Ogm coltivabili in Europa sono un tipo di mais Bt e la patata Amflora). Coldiretti ad esempio gongola citando la riduzione del 3% delle superfici coltivate nella Ue.

In realtà trovo che sia molto sciocco parlare in questi termini di percentuali aumentate o diminuite in Europa perché queste statistiche non mostrano certo le reali preferenze degli agricoltori europei, visto che in moltissimi paesi è vietato coltivare Ogm (mentre è legale importarli e utilizzarli, anche in Italia, ma questa è un’altra storia). Mi chiedevo quindi che significato dare a quella riduzione, che indubbiamente c’è stata. Ma come insegna il libro Mentire con le statistiche, si possono suggerire al lettore cose false anche citando dati veri.

In Europa l’unico paese ad avere coltivazioni significative di mais Ogm è la Spagna. Negli altri paesi Ue dove si coltivano (Portogallo, Romania, Germania, Svezia, Repubblica Ceca, Polonia e Slovacchia) non si superano i 5.000 ettari. Non a caso in Italia chi è favorevole alla coltivazione del mais Bt cita sempre il caso spagnolo, perché è l’unico realmente significativo. Greenpeace, una organizzazione che si oppone duramente agli Ogm, ci fornisce i dati dei coltivatori di mais Bt paese per paese. Nel 2009 in Spagna si coltivavano 76.057 ettari, scesi a 67.726 nel 2010. l’11% in meno, “strilla” Greenpeace! Segno di un disamoramento degli agricoltori spagnoli per il mais Ogm?

Il documento citato nella nota 2 fornisce, dal 1998, le superfici spagnole coltivate a mais Bt. I dati sono del ministero dell’ambiente spagnolo. Scopriamo che nel 2008 le superfici erano ancora maggiori: 79.269 ettari. Una conferma del declino?

Come nel caso del famoso pollo di Trilussa (io e te mangiamo un pollo a testa in media) manca qualche informazione per dare pieno significato alla statistica (io però ne mangio due ogni giorno, e tu rimani a digiuno!).

I numeri che mancano in questo caso sono gli ettari totali coltivati a mais in Spagna. Dati che troviamo sempre sul sito del Ministero dell’Agricoltura spagnolo, ma che Greenpeace non si è mica sognata di segnalare. A pagina 7 leggiamo che nel 2008 sono stati seminati 371.900 ettari a mais, nel 2009 erano 347.600 e nel 2010 sono stati 320.400. Perbacco, ma c’è un declino generale delle coltivazioni di mais! Quindi forse la diminuzione non ha nulla a che fare con gli Ogm. Per verificare questa ipotesi andiamo quindi a calcolare la proporzione di mais Ogm su quello totale nei tre anni:

2008: 21,3%
2009: 21,8%
2010: 21,1%

Voilà, pare che la percentuale di mais Bt rispetto a quello convenzionale in Spagna sia rimasta sostanzialmente costante. Questo però Greenpeace non l’ha scritto. E un recente sondaggio tra i coltivatori spagnoli di mais Ogm conferma infatti la loro soddisfazione nella coltivazione di questa pianta: per la buona salute della pannocchia, per i vantaggi economici, per la facilità di gestione e per le maggiori rese (parole loro).

Se volete qualche informazione in più sulla situazione spagnola vi posso consigliare questa presentazione del Ministero dell’Ambiente spagnolo. Vedrete come in Spagna sono commercializzate 263 varietà di mais Bt vendute da 12 società diverse (lo dico perché molti sono convinti, parlando di mais Bt, che ne esista solo una varietà!). L’adozione del mais Bt è più elevata in alcune regioni, superando anche il 50% in quelle più soggette all’infestazione della piralide.

Mentire con le statistiche. Soldi ben spesi.

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