Buffone! Farai la fine di Ceausescu!. Bah. Intanto, Gheddafi rischia di farla davvero, la fine di Ceaucescu. Chi gliel’avrebbe detto quest’estate, ai tempi delle tende beduine (a Roma) e del bungabunga? Io, che sono un uomo prudente, al posto di Berlusconi mi fionderei nella più vicina caserma dei carabinieri, mi chiuderei in cella da me e come favore personale chiederei di essere messo nella camera di sicurezza più interna: non si sa mai. Ma lui è un tipo avventuroso, come Ceaucescu e come Gheddafi. Speriamo che, a differenza di Gheddafi, non sia anche – quando verrà il momento suo – un pazzo sanguinario, di quelli che buttano bombe sulla folla. Da noi tutto sommato si usa poco: Brescia, piazza Fontana, Italicus, Bologna… ma erano altri tempi, si dice, è cambiato tutto; persino al G8 di Genova, dove pure c’era da stangare un bel po’ di sovversivi, un po’ di torture magari, ma di bombe niente.

In compenso siamo azionisti di un bel po’ delle bombe di Gheddafi: Fiat, Berlusconi, Unicredit, Eni, Ansaldo, Impregilo, hanno tiranneggiato la Libia (e i poveri emigranti che ci passavano) con Gheddafi. Non a caso in queste ore a Milano la borsa trema. Ma che importa: domani è un altro giorno. Obama ricostruisce l’America, cerca di riportarla, di riffe e di raffe, dalla parte dei popoli, dov’era un tempo. Perché Obama è un patriota, al suo paese ci tiene. Qua, per salvare l’Italia – di cui onestamente non ce ne frega niente – ci affidiamo non dico a Fini ma a Luca Barbareschi. Va bene. Gli operai non esistevano, e invece ci sono eccome, e nelle piazze s’è visto. Non c’erano le donne, buonine fra tv e chiesa, e invece sono state proprio loro a dare il primo scossone decisivo. Nemmeno il popolo c’è più, contanò solo i mille Vip che “Io so’ io e voi nun siete un cazzo”.

Vedremo. Lo vedremo il giorno dello sciopero generale. Ché ormai la strada chiarissimamente è questa: bloccare ogni trattativa (bene Flores e Camilleri: fermare il Parlamento) e fare, come la Cgil farà, lo sciopero generale. Contro Mubarak (cioè Berlusconi), contro i suoi finanzieri (cioè Marchionne), contro i suoi sgherri e mercenari, cioè i mafiosi. Questo non è più regime di massa, nessuno dei suoi gerarchi è più un interlocutore. E’ una dittatura di minoranza, sempre più impaurita: trattiamola come tale.

Per conoscere meglio Riccardo Orioles visita Ucuntu.org

Articolo Precedente

Libia, Gheddafi isolato: controlla solo Tripoli

next
Articolo Successivo

E’ nata la piccola Facebook

next