Un cane che fa la pipì contro un lampione. Esegesi grafica della storica frase del grande giornalista statunitense Henry Louis Mencken (1880-1956): “Il rapporto tra un giornalista e il potere deve essere quello che c’è tra un cane e un lampione”. Questo mi ha fatto innamorare dei giovani che hanno inventato 20 centesimi.

Questa storia nasce in Puglia. Terra strana e complessa, spaccata fra le catarsi collettiva della Taranta e gli ulivi secolari. Bruciata dal sole e dalla buona creanza. Una terra atipica del Sud, il cui governatore è dichiaratamente gay e arriva dalle fila di un partito quasi estinto. Un posto che non potrebbe esistere, se non esistesse già. E conficcati nel tacco di questo posto strampalato e stregato, vivono i giovani capitani coraggiosi di 20 centesimi. È il Salento, baby.

Cosa si sono inventati? Un quotidiano d’opinione e d’inchiesta. Forse il primo in Italia con questo taglio editoriale. Sono in sette. Nel 2009 decidono di fondare una cooperativa dal nome evocativo: Laboratorio Giornalisti Indipendenti. Cinque di loro hanno meno di trent’anni. Francesco, il presidente, ne ha ventisette. Hanno l’ardire di creare qualcosa di nuovo, la loro cattedrale nel deserto. Fanno un investimento personale, giusto le spese di costituzione, fra i 50 e i 100 euro. E cercano sponsor. Ne trovano uno che garantisce i costi di stampa. La fonte di sostentamento è la pubblicità, con le vendite invece coprono la distribuzione. Decidono di tenere al minimo i loro rimborsi per far sì che il progetto cresca e si solidifichi.

All’inizio escono ogni quindici giorni, poi tentano l’impossibile: il passaggio a quotidiano. Ci riescono nel febbraio del 2010. Il logo: un cane che piscia contro il lampione. “Il cane siamo noi” si dicono. Vogliono crescere come giornalisti indipendenti. Rimanere sempre giovani come sono in quel momento. Nel senso di coltivare uno spirito che arde e non si ferma davanti alle distorsioni del potere, e si fanno coraggio a vicenda. Ce la faranno?

All’inizio il giornale è composto da un solo foglio A3 color salmone, stampato ogni sera in redazione con una fotocopiatrice in bianco e nero. Ma – incredibile a dirsi – riescono ad arrivare nelle edicole della loro città ogni mattina all’alba. Come fanno? Ognuno di loro, a turno, rimane in redazione per stampare 2mila copie e per portare al distributore la paccata di fogli rosa. Romantico e folle. Mani sudate e notti insonni. La distribuzione li fa arrivare in tutte le edicole di Lecce e Brindisi. Il giornale è omonimo del prezzo di copertina.

La cosa più divertente di tutta questa storia è che il direttore ha sessant’anni. Ma è lui il dipendente della società editrice dei ragazzi. Sono i giovani a dargli lavoro. D’altronde, in redazione, sono tutti d’accordo che la gioventù non è un fatto puramente anagrafico. Quel “grande vecchio” è più pazzo di loro e lo rispettano come un maestro.

La città all’inizio è scettica. E poi quel cane quasi osceno in copertina… Il tentativo però è proporre una lettura di senso dei fatti politici, economici, sociali e culturali che animano (o non animano) il Salento e la Puglia. Cronaca non ne fanno. Sfacciati!

Oggi 20centesimi è un giornale un po’ cult, che spacca le opinioni. I ragazzi del cane che piscia contro il potere sognano di passare a otto pagine e poi a sedici. E sognano ancora. Come solo i giovani sanno fare. Chapeau.

di Alessandra Sestito

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