Ragguaglio sulla sorte del cappuccino a Ciampino: la porcellana delle tazze non è più, oscuramente, stimata un pericolo per la sicurezza dell’aeroporto. E, da qualche tempo, si è riaffacciata sul banco del bar nella sala con le uscite d’imbarco per voli Schengen, dove è servito il migliore cappuccino da aeroporto che abbia provato.

Il cappuccino nelle tazze di porcellana è dunque oggi riservato a ogni cliente del bar, e non solo a quanti lavorano in aeroporto, a differenza di ciò che era avvenuto per anni: cioè il cappuccino veniva servito in scomode e meno capienti (ma sempre a 1,35 euro) tazze di plastica, eccetto che al personale dell’aeroporto, adducendo il balzano pretesto che la porcellana attentasse alla sicurezza dell’aeroporto, o che i passeggeri rubassero le tazze. Così ho riportato in un mio intervento di qualche mese fa.

Invero, già una decina di giorni dopo il mio scritto, ero tornato all’aeroporto di Ciampino e mi ero appressato al banco guardingo, ordinando un cappuccino: che mi era stato “illecitamente” servito in una tazza di porcellana, mentre agli altri avventori era ancora stato servito nella plastica. Nonostante mi fossi sentito indignato di un tale prebenda al quarto potere, non avevo protestato per non perdere l’aereo. O forse perché era stata intimamente blandita la mia vanità.

Mi ero riproposto di tornare a constatare.

Finalmente, dopo lenti e gravosi mesi in cui sono dovuto partire da Fiumicino, tre giorni fa torno a Ciampino alle prime ore del mattino: per niente assonnato, gli occhi avidi di sapere e malcelati da grossi occhiali scuri, al ridicolo fine di non essere riconosciuto. Al banco del bar c’è una fila di lingue e persone disparate, che sgomitano per riuscire a bere un cappuccino nella tazza di porcellana. L’avvenimento desta ancora stupore. Tanto che un vecchio dalla faccia istoriata, pianta un gomito sul bancone e commenta l’avvistamento delle tazze: “Ma che c’è n’è una pure per me?! So’ cambiate ‘e norme de sicurezza?!”.

Se con un intervento online su un quotidiano si può tornare a bere il cappuccino in maniera dignitosa, figuriamoci cosa si può fare con un editoriale in prima pagina. O con un documentario. O avendo la proprietà di una televisione, di più giornali, di gruppi editoriali…. Ecco! Per un momento che volevo pensare ad altro… Ma forse, ormai, il quarto potere può cambiare unicamente la sorte di un cappuccino.

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