Il presidente della provincia autonoma di Bolzano – Sudtirol Luis Durnwalder non cede di un millimetro. Alle celebrazioni per l’unità d’Italia non ci sarà né lui né l’amministrazione che governa. Con buona pace di Giorgio Napolitano.

Nella giornata di ieri il Presidente della Repubblica aveva inviato una lettera a Durnwalder in cui esprimeva “sorpresa e rammarico per le espressioni” con cui il governatore altoatesino aveva commentato la decisione di non aderire ai festeggiamenti. Nei giorni scorsi il presidente della provincia più a nord dello Stivale aveva detto che “non c’era nulla da festeggiare”. E al fattoquotidiano.it aveva ribadito il concetto che il Sud Tirolo era stato annesso all’Italia “contro la nostra volontà” (leggi l’articolo).

La nota dell’Ufficio stampa del Quirinale prosegue aggiungendo che “il Capo dello Stato ha rilevato che il Presidente della provincia di Bolzano non può parlare a nome di una pretesa ‘minoranza austriaca’ dimenticando di rappresentare anche le popolazioni di lingua italiana e ladina, e soprattutto che la stessa popolazione di lingua tedesca è italiana e tale si sente nella sua larga maggioranza”. Il capo dello Stato “ha espresso quindi la propria fiducia che l’intera popolazione della provincia di Bolzano possa riconoscersi pienamente nelle celebrazioni della nascita dello Stato italiano, nello spirito dei princìpi sanciti dagli articoli 5, 6 ed 11 della Costituzione repubblicana”.

Ma neanche l’appello del presidente, che in realtà suona più come un imperativo, è riuscito a scuotere il governatore. ”Il gruppo linguistico tedesco non ha nulla da festeggiare – scrive in una nota Durnwalder – Nel 1919 non ci è stato chiesto se volevamo fare parte dello Stato italiano e per questo non parteciperò ai festeggiamenti. Gli assessori italiani sono liberi di festeggiare l’unità d’Italia, ma non in rappresentanza della Provincia autonoma”.

Si profila dunque un nuovo capitolo delle tensioni fra Roma e Bolzano.

Articolo Precedente

Il Fatto da Londra: “150 anni d’Italia, cosa abbiamo imparato?”

next
Articolo Successivo

Il Fatto Quotidiano alla London School of Economics – Segui la diretta

next