Dieci giorni. Tanto bisogna attendere perché i pm milanesi concludano le indagini sul caso Ruby che riguardano Lele Mora, Emilio Fede e Nicole Minetti. I tre assieme ad altre tre persone sono indagate per induzione e favoreggiamento della prostituzione di maggiorenni e della minorenne Ruby. La chiusura delle indagini, coordinate dai procuratori aggiunti Ilda Boccassini e Pietro Forno e dal pm Antonio Sangermano, potrebbe arrivare tra la fine della settimana prossima e l’inizio di quella successiva. Dal fascicolo dell’inchiesta era stata stralciata la posizione del premier Silvio Berlusconi, accusato di prostituzione minorile e concussione, per la richiesta di processo con rito immediato, che è ora al vaglio del gip Cristina Di Censo. La decisione del giudice non arriverà prima di lunedì.

Per lei quest’oggi un’intensa giornata di lettura e rilettura delle ‘carte’ e all’orizzonte ancora un fine settimana di studio per arrivare alla decisione, attesa non solo da accusa e difesa, ma anche dal mondo della politica. Il gip di Milano Cristina Di Censo è rimasta fino al tardo pomeriggio chiusa nel suo ufficio, presidiato dai carabinieri, al settimo piano del Palazzo di Giustizia. Un militare ha stazionato per tutta la mattinata davanti alla porta del giudice per evitare che il magistrato venisse disturbato nel suo lavoro. La presenza dei carabinieri è addirittura aumentata col passare delle ore e nel primo pomeriggio è stato deciso di impedire l’accesso ai cronisti nel corridoio. Il provvedimento del magistrato dovrebbe arrivare tra lunedì e martedì e, da quanto si è saputo, la decisione verrà resa nota attraverso un comunicato ufficiale della presidenza dell’ufficio gip.

I procuratori aggiunti Boccassini e Forno e il pm Sangermano hanno presentato al giudice 782 pagine di atti, sicuri di aver raccolto prove evidenti a carico del premier, tali da giustificare la richiesta di rito immediato. Secondo l’accusa, infatti, Berlusconi avrebbe avuto rapporti sessuali a pagamento con la minorenne Ruby, tra febbraio e maggio dello scorso anno, e nella notte tra il 27 e il 28 maggio avrebbe esercitato pressioni sui funzionari della Questura per farla affidare al consigliere regionale Minetti, con la finalità di occultare il primo reato e il presunto giro di prostituzione di cui sono accusati Nicole Minetti e gli altri indagati.  

Nelle carte che il gip sta studiando ci sono le 616 pagine inviate, in due ‘tranche’, dai pm alla Camera per chiedere l’autorizzazione a perquisire gli uffici del manager di fiducia del premier Giuseppe Spinelli, e in più altri documenti mai resi noti. Tra questi i verbali di Ruby, sentita dai pm per quattro volte tra luglio e agosto scorsi, altre intercettazioni, e poi ancora le dichiarazioni di altre persone sentite con la procedura delle ‘sommarie informazioni testimoniali’ e nuovi accertamenti su conti correnti bancari per ricostruire il presunto giro di denaro destinato alle ragazze ospiti alle feste ad Arcore.

Sono tre le decisioni che, teoricamente, il giudice può prendere: disporre il processo per il premier, dopo aver valutato che sussiste l’evidenza della prova; rimandare indietro gli atti alla Procura, se ritiene che non ci siano i presupposti per il rito immediato e che i pm debbano proseguire con la ‘strada ordinarià della chiusura delle indagini e della richiesta di rinvio a giudizio; restituire le ‘cartè all’accusa, segnalando l’incompetenza della Procura ad indagare.

Spetterà, in quest’ultimo caso, ai pm trasmettere gli atti al tribunale dei Ministri. Davvero poco probabile dal punto di vista giuridico, invece, secondo gli addetti ai lavori, che il gip possa decidere di ‘separare’ i due reati, la concussione e la prostituzione minorile (in stretta connessione, secondo l’accusa), disponendo ad esempio il rito immediato solo per la prima contestazione. Nel frattempo, anche oggi gli inquirenti si sono incontrati per fare il punto sull’altro fascicolo che vede indagati, per induzione e favoreggiamento della prostituzione anche minorile, Minetti, Fede, Mora e altre tre persone che avrebbero, secondo l’accusa, organizzato i festini a luci rosse ad Arcore. A quanto si è appreso, la chiusura delle indagini, in vista della richiesta di rinvio a giudizio, potrebbe arrivare entro la fine della settimana prossima o, al massimo, per l’inzio della successiva.

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