Due effrazioni di porte in pochi mesi, una delle quali alla stanza del presidente dei Gip, Gabriella Manfrin, fanno scattare l’allarme sicurezza al settimo piano del Palazzo di giustizia di Milano. In una lettera inviata a tutti i giudici, il presidente aggiunto Claudio Castelli, invita i colleghi ad attenersi “rigorosamente” ad alcune norme di sicurezza: “Non assentarsi mai dall’ufficio lasciando la porta aperta ma chiuderla sempre a chiave; avere cura di conservare i fascicoli ‘sensibili’ in cassaforte; non comunicare ad alcuno la password di accesso al computer e conservarla con la dovuta riservatezza. Castelli conclude la comunicazione facendo riferimento alla “fase particolarmente delicata vissuta dall’ufficio, che esige la collaborazione di tutti”.

Le due effrazioni a cui fa riferimento Claudio Castelli, sono quelle alla porta del presidente dei gip, Gabriella Manfrin e alla stanza del giudice Federica Centonze, avvenuta pochi giorni fa. Nell’agosto scorso, sconosciuti avevano tentato di entrare nell’ufficio della Manfrin e immediato era stato il collegamento con il caso Ruby, perché, in quei giorni, diversi giudici si erano occupati dei decreti di intercettazione confluiti poi nel fascicolo sull’indagine in cui è indagato, tra gli altri, Silvio Berlusconi. La Procura aveva anche avviato un’inchiesta su questo e su un altro episodio ritenuto sospetto ai danni del gip Cristina Di Censo che nei prossimi giorni dovrà valutare la richiesta di giudizio immediato nei confronti del premier.

B.COME BASTA!

di Marco Travaglio 14€ Acquista
Articolo Precedente

Gli attacchi di Berlusconi alla Consulta

next
Articolo Successivo

Il passo falso di Nicole Minetti. Così è nato il caso Ruby

next