Se qualcuno ricorda il mio racconto, saprà che sono tra le tante mamme che ha desistito e ha rinunciato al trasporto.

E sono fortunata, perché la mia ennesima battaglia ha compensato la carenza del servizio con un’ora di assistenza in più ogni giorno. Ho raccontato di questa “soluzione all’italiana” che ha tamponato il “disguido”.

Ma mal comune è sempre mezzo gaudio? Anche quando il gaudio riguarda alunni? Pare proprio di sì. E non c’è storia geografica. L’Italia è unita, e troppo spesso unita nel disservizio. A Modena, ad esempio, un’alunna fa il girotondo con il bus. Perché la burocrazia uccide anche le migliori volontà. A dispetto dei diritti, del rispetto e anche dei costi.

L’alunna disabile aspetta sul bus
(Gazzetta di Modena del 2 febbraio 2011)

Il disagio di una famiglia a causa dei tagli a organici e risorse della scuola. Le “Fiori” non possono anticipare per lei l’apertura al mattino.

I tagli a organici e risorse in settori delicati come la scuola non sono mai indolore e ai “macro” problemi si aggiungono i disagi, piccoli ma che toccano nel quotidiano i singoli, soprattutto i soggetti più svantaggiati. Un po’ quello che è accaduto a Formigine.
E’ il caso di una bambina disabile che frequenta la scuola media Fiori di Formigine. La bimba ogni mattina arriva a scuola sul bus insieme agli altri bambini (e questo è possibile grazie al Comune, che l’ha inserita a proprie spese in un progetto personalizzato in deroga ai regolamenti); ma poi, poco prima delle 8, guarda gli amichetti e la sorellina scendere e avviarsi verso il cortile, mentre lei resta sul bus con l’accompagnatrice e l’autista, si fa un altro giro sul mezzo pubblico intorno all’edificio in attesa che la scuola apra e poi scende quando l’insegnante di sostegno la prende in carico e l’accompagna all’interno. Può sembrare un dettaglio, ma per una famiglia che ha lottato per far inserire la bambina sul bus insieme alla sorella e ai compagni, evitandole il trasporto speciale per disabili, è qualcosa che arriva direttamente al cuore. La questione sta tutta in quei pochi minuti di differenza tra il momento di arrivo del bus, che è davanti alla scuola qualche minuto prima delle 8 in modo da fare entrare in tempo anche i bimbi della elementare, e il momento in cui la scuola apre, cinque minuti dopo le 8. O la bimba scende in cortile e aspetta fuori o resta sul bus e si fa un altro giro senza compagni, in attesa che la scuola apra. Il bus, peraltro, non può nemmeno restare in attesa davanti all’edificio poichè gli altri mezzi pubblici in arrivo devono poter parcheggiare e scaricare gli altri bambini. «La scuola non riesce ad anticipare l’apertura, come è stato chiesto e suggerito dalla famiglia, perchè non ha personale e monte ore sufficienti a causa dei tagli – spiega l’assessore all’istruzione e vicesindaco di Formigine, Antonietta Vastola – questa è una delle conseguenze dei tagli che il governo ha fatto ricadere sulla scuola. Se fino a poco tempo fa si poteva fare un’eccezione e la situazione era sufficiente elastica da poter far entrare in anticipo un bimbo in condizioni particolari, ora non è più possibile. In tutto questo occorre però sottolineare che il Comune è intervenuto a compensare parzialmente tagli che avrebbero potuto pesare in misura anche maggiore su casi come quello della bambina che frequenta le Fiori». L’amministrazione comunale, infatti, proprio per venire incontro alle richieste della famiglia, «ha consentito una deroga al regolamento sui trasporti scolastici – prosegue Vastola – evitando alla piccola il trasporto speciale per disabili e accettando di inserirla nel bus insieme alla sorella e ai compagni. Abbiamo anche assunto due operatori ad hoc, che si succedono nelle diverse fasce orarie proprio per poter attuare questo progetto personalizzato. Ciò a dimostrazione di una sensibilità e un’attenzione che questa amministrazione da sempre ha nei confronti del sociale, della scuola e degli ambiti educativi. Certo, non possiamo sostituirci alla scuola e se l’apertura anticipata non è possibile, su questo possiamo fare ben poco. Sicuramente siamo disponibili a condividere insieme alla famiglia eventuali modifiche all’accordo preso e se, con la bella stagione, la famiglia riterrà opportuno e chiederà di far scendere la bambina per farla attendere nel cortile insieme agli altri, ebbene, questo si farà». La preside, da parte sua, si è limitata a sottolineare che ritiene «la situazione sotto controllo».

Articolo Precedente

Unione europea, a rischio
i diritti dei consumatori

next
Articolo Successivo

“La giornata degli stati vegetativi
è uno schiaffo a Beppe Englaro”

next