Attacca i giudici, la stampa. Dà del traditore a Gianfranco Fini. E’ un Silvio Berlusconi a tutto campo quello che questa mattina ha inviato un messaggio telefonico ai Promotori della libertà. “Nessuna intimidazione da parte della sinistra”. Ha detto il Cavaliere. “Niente elezioni anticipate”, il suo diktat è fermo. E così sarà. Almeno fino ad ottobre, visto che l’inciampo del federalismo in Bicamerale, il successivo decreto legge e la bocciatura del quirinale allungano i tempi dell’approvazione. La risposta del presidente della Camera non si lascia attendere: “Silvio Berlusconi” è l’inventore dell’espressione ‘teatrino della politica’, ma oggi “in quel teatrino è lui il regista e il primo attore. Se andassimo tutti oltre Berlusconi sarebbe meglio”

Nel suo messaggio telefonico il premier non risparmia nessuno. “Mentre – dice –  da noi alcuni magistrati perseverano nell’intromettersi illegittimamente nella vita dei cittadini e certi giornali sembrano concentrati a guardar nel buco della serratura, nel mondo e precisamente alle nostre frontiere stanno avvenendo dei cambiamenti epocali”. Dai giudici alla stampa fino all’opposizione, così prosegue l’attacco del premier: “Non ci faremo distogliere dalle polemiche e non ci faremo intimidire da un’opposizione che continua a perseguire il tanto peggio tanto meglio”, ribadisce il presidente del Consiglio che si dice “sicuro che i cittadini hanno ben chiaro chi è che lavora per il bene dell’Italia e chi invece fa il contrario. Siate dunque sereni, diffondete come sempre, e ve ne ringrazio molto, il nostro messaggio e prendetevi da me un forte, fortissimo abbraccio”.

Prima di concludere il premier parla anche della diaspora di Fli. “Il paradosso – ha detto – è che il germe della divisione è stato inoculato proprio da uno dei fondatori del Pdl, l’onorevole Fini, eletto con il voto della nostra maggioranza a presidente della Camera”. E ancora: “Fini è passato all’opposizione e si è alleato con la sinistra tradendo il voto degli elettori, consegnandosi così a un futuro che gli esperti valutano appena all’1,6%”.

Sulla riforma della giustizia, in particolare sul processo breve, la risposta della terza carica dello Stato arriva puntuale. “Ho impedito di fare la riforma della giustizia? Berlusconi mi attribuisce un merito perché quella era una riforma che nulla aveva a che fare con la giustizia per il cittadino”. E sul processo breve: “Nessuno è contro questo provvedimento, ma si discuteva di un’altra cosa. Quando Berlusconi parla di processo breve non pensa a mettere in discussione i tempi massimi per arrivare a sentenza definitiva, ma ha la volontà di cancellare un contenzioso, per il suo coinvolgimento personale, e il principio che la legge eè uguale per tutti”.

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