Una difesa blanda e poco incisiva di Nicole Minetti, con l’aggravante di non essere riusciti ad arginare la fronda aperta dalla giovane del Pdl Sara Giudice che è riuscita a raccogliere in pochi giorni oltre cinquemila firma tra i militanti e a rallentare la propaganda elettorale del partito a favore del governo. Per questo il passaggio di mano alla guida del Pdl in Lombardia ha subito un’accellerazione: oggi Guido Podestà ha lasciato l’incarico, passando il testimone al vice Massimo Corsaro. Ma la poltrona rimarrà vacante per poco: tra stasera e domani il premier, cui spetta la nomina dei coordinatori regionali, indicherà il successore di Podestà. La staffetta era prevista già da novembre e i nomi per la successione da sempre sono due: Mario Mantovani, senatore e sottosegretario con delega per la casa, e Licia Ronzulli. Complice il coinvolgimento dell’eurodeputata nelle carte dell’inchiesta sul Ruby gate, la scelta dovrebbe cadere, dicono i vertici del Pdl lombardo, su Mantovani. L’ordine è arrivato direttamente dal premier.

Ufficialmente Podestà ha motivato le dimissioni con un “sovrapporsi di incarichi istituzionali sempre più assorbenti”. Il comunicato ufficiale recita: “Tenendo conto degli impegni connessi ai prossimi appuntamenti elettorali che richiederanno una disponibilità di tempo pressoché totale a chi dovrà ricoprire la responsabilità di guida del Popolo della Libertà in Lombardia, ha oggi rassegnato le dimissioni da coordinatore regionale del partito”. Nella nota si spiega infine che Podestà ribadisce “il proprio impegno a sostenere lealmente l’azione di Governo portata avanti dal presidente Silvio Berlusconi, a favore della crescita dell’Italia”.

Il nome del successore, garantisce Corsaro, raggiunto telefonicamente, “si saprà a breve”. Forse già in serata durante il vertice del partito convocato dal premier a Palazzo Grazioli. Intanto la richiesta di dimissioni di Nicole Minetti lanciata da Sara Giudice, la “rottamatrice” del Pdl, come lei si è definita, ha raggiunto le cinquemila firme tra militanti e giovani del partito critici con i vertici locali. “Noi siamo fedeli al Pdl ed al Presidente Berlusconi, crediamo fermamente nel progetto politico di un grande partito nazionalpopolare di centrodestra ma vogliamo che la futura classe dirigente italiana sia selezionata secondo limpidi e rigorosi criteri di partecipazione, trasparenza, rinnovamento e meritocrazia”, hanno nuovamente precisato i giovani esponenti del Pdl, negando la possibilità di una loro possibile espulsione dal partito. Deciderà il successore di Podestà.

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