La rivoluzione tunisina non si ferma e scavalca gli scranni della politica. Mentre in città si spara ancora, tre ministri sono stati costretti a dimettersi dalle proteste popolari. La popolazione non vuole che i membri del partito di Ben Ali, l’ex presidente ora fuggito in Arabia Saudita, partecipino al nuovo esecutivo. La piazza vuole il rinnovamento totale del Paese e non ci sta a vedere undici dei ventiquattro ministri che di fatto sono facce del vecchio regime. I manifestanti chiedono anche il varo di una nuova costituzione che permetta a tutti i partiti politici di partecipare alle elezioni presidenziali in programma fra sei mesi. A Tunisi è la piazza insomma che detta l’agenda politica. Uno scenario che lascia la porta aperta alla ripresa delle violenze. Da Tunisi, il video di Stefano Vergine

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