Ed ora?

Dichiarati incostituzionali l’autocertificazione ed il rinvio obbligatorio, nulla cambierà rispetto alla situazione precedente all’approvazione della leggina sul legittimo impedimento.

Resterà quindi la difficoltà di sindacare un impedimento allegato dal presidente del Consiglio. Per verificare la buona fede di un qualsiasi imputato che si dichiari febbricitante può essere sufficiente una visita fiscale, ma se il presidente del Consiglio dice che deve presiedere una riunione importante e riservata non resta che credergli e affidarsi alla sua lealtà.

Dire, come il ministro Bondi, che, dopo la sentenza della Corte Costituzionale, “siamo di fronte al rovesciamento dei cardini non solo della nostra Costituzione, ma dei principi fondamentali di ogni ordine democratico” lascia stupiti, e proprio alla luce delle esperienze di altre democrazie.

Il professor H. Dumpty della Wonderland University, studioso di diritto comparato, non è affatto d’accordo e cita subito gli Stati Uniti: “Nella sentenza della Corte Suprema United States v. Nixon, del 1974, il giudice americano ha preso una via ben diversa“.

Le indagini sul Watergate – spiega – condussero subito a Nixon. Il tribunale federale della Columbia accolse la tesi della procura. Sosteneva l’associazione per delinquere e considerava Nixon un “co-cospirator”. Chiese i nastri delle registrazioni, dove risultavano gli ordini del Presidente ai suoi assistenti personali. Nixon rifiutò, invocando il privilegio dell’immunità presidenziale e la divisione dei poteri. La Corte Suprema decise che la questione non doveva essere trattata nell’ambito dell’equilibrio tra i poteri. Solo dal punto di vista della legge ordinaria che governa la procedura nei reati“.

La Corte – precisa – ha separato il reato dal discorso sul bilanciamento dei poteri che avrebbe permesso di proteggere illegittimamente il potere personale del presidente“.

E in Italia?
La vostra Consulta ha seguito la strada opposta. Le è stata posta la questione nel contesto dell’equilibrio dei poteri. Non ha avuto modo di affrontare direttamente la gravità della natura penale dei reati per i quali la Procura di Milano procede ne’ il principio della responsabilità penale dinanzi alla legge ordinaria“.

Nessun pericolo per i principi fondamentali dell’ordine democratico?
Presidenti e ministri potrebbero trarre vantaggio da questa impostazione per farsene uno scudo di fronte all’azione penale“.

B.COME BASTA!

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