Buongiorno, vengo da Marte.

Da tempo visito il vostro pianeta con una certa assiduità e conosco in particolare il vostro paese, a cui sono affezionato: splendida Italia, divertente Italia. Soprattutto divertente. Negli ultimi anni in particolare ho molto apprezzato la vostra capacità di produrre politici che fanno ridere, tanto ridere. Geniale. Ho amato e amo molto, inoltre, il recente fenomeno dei comici che si occupano di politica: come dite da quelle parti? “Di necessità virtù”? Molto divertente.

Ieri, però, mentre ascoltavo la vostra radio nazionale, ho colto una sequenza di spunti che subito ho pensato di non aver capito bene, di essere diventato balengo (parola marziana di incerta traduzione: assimilabile a stupido, stolto, ndt).
Prima lo spot di un film in cui l’attore protagonista (un bravo attore) impersona il politico scaltro, disonesto, istrionico, scafato, sessuomane, quindi di successo. Nello spot, dicevo, si sente una battuta del protagonista che suona più o meno così: “Io non faccio prigionieri… mi hai votato? Bene: hai il lavoro… Non mi hai votato? ‘Nto culu: a tia e a tutta la famiglia!”.
Poi, dopo lo spot, ho sentito il giornale radio e una delle notizie principali era questa: Mark Yonne lancia l’ultimatum: “O gli operai di Mirafiori votano sì, oppure porto via tutto e perdono il lavoro.” Ho pensato: ecco come si chiama l’attore protagonista che impersona il politico scaltro, disonesto, eccetera. Mark Yonne. Ne parlano anche al giornale radio, deve essere proprio bravo.

Poi però, nella trasmissione radio successiva parlavano di nuovo di questo Mark Yonne e dicevano che si tratta dell’amministratore delegato della più grossa industria automobilistica italiana, una delle maggiori del vostro pianeta, non di un comico né di un politico.

Nella stessa trasmissione intervistavano un giornalista che diceva di lavorare per un giornale di proprietà della medesima famiglia che controlla la più grossa industria automobilistica italiana. Parlava di competitività, di contenimento dei costi, di globalizzazione, di delocalizzazione e il giornalista diceva che comunque questa industria va bene, che ha delle buone prospettive, che crescerà, che venderà un sacco di automobili. I conduttori della trasmissione radiofonica, allora, chiedevano al giornalista su cosa si orienta attualmente il mercato dell’auto in generale e il giornalista parlava dei modelli di auto elettriche come quelli su cui si deve puntare nell’immediato futuro.

E la più grossa industria automobilistica italiana, che è all’avanguardia, che è pronta a sbaragliare il mercato, gli hanno chiesto, come si muove sulle auto elettriche, quali strategie ha adottato? “Ah, le auto elettriche niente”, ha risposto il giornalista.

Vengo da Marte, l’ho detto, così ci ho messo un po’ di tempo a capire, ma poi, proprio perché vengo da Marte ho capito tutto e ho riso tantissimo e sto ancora ridendo. Era dai tempi di Mars Attack e di Fascisti su Marte che non mi divertivo tanto.

E’ tutto uno scherzo, tutta una montatura, un’iperbole ineguagliabile, una trovata geniale come solo voi italiani sapete portare avanti, paragonabile solo a “Signore e signori, vogliate scusare per l’interruzione del nostro programma di musica da ballo, ma ci è appena pervenuto uno speciale bollettino della Intercontinental Radio News. Alle otto meno venti, ora centrale, il professor Farrell dell’Osservatorio di Mount Jennings, Chicago, Illinois, ha rilevato diverse esplosioni di gas incandescente che si sono succedute a intervalli regolari sul pianeta Marte. Lo spettroscopio indica che si tratta di idrogeno e che si sta avvicinando verso la terra a enorme velocità. Il professor Pierson dell’Osservatorio di Princeton conferma questa osservazione dicendo che il fenomeno è simile alla fiammata blu dei jet sparata da un’arma”.

Meraviglioso, geniale Orson Wells: tenne in pugno gli Stati Uniti d’America con la Guerra dei Mondi, ve lo ricordate? Questo Mark Yonne però è ancora più bravo, perché sta reggendo il gioco da giorni, settimane, mesi … o no?

(Comunque tenetevelo stretto, su Marte non lo vogliamo)

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