“Appoggiamo la Fiom in questa azione contro un accordo che sferra un attacco ai diritti sindacali, alla contrattazione collettiva e alla carta sociale”. Con queste parole Patrick Correa, consigliere federale della Cgt Mètallurgie, annuncia l’adesione del sindacato delle tute blu francesi allo sciopero generale indetto dalle tute blu della Cgil per il 28 gennaio.
La Cgt guarda con preoccupazione alle vicende di casa nostra con il timore che il “metodo Marchionne” possa fare scuola anche a Parigi. “In Francia e in Europa ancora non si avverte un attacco delle dimensioni di quello sferrato dalla Fiat – sottolinea Correa – ma anche qui assistiamo a reazioni sempre più dure da parte delle imprese”.

Insomma, per i francesi la vicenda di Mirafiori è un pessimo segnale non solo per l’Italia. “Temiamo che possa estendersi altrove”, dice Correa anche se ricorda la particolarità della situazione sindacale italiana rispetto al resto d’Europa. Secondo lui, negli altri paesi Ue c’è un livello maggiore di unità sindacale, “la stessa che Silvio Berlusconi e Sergio Marchionne hanno rotto in Italia”.

Correa infine invoca una risposta unitaria dei lavoratori a livello europeo: “In Spagna, Francia, Grecia, Portogallo e Germania stiamo assistendo a una moltiplicazione dei conflitti”. Per Correa servirebbero delle risposte tipo quella data il 29 settembre a Bruxelles in occasione della manifestazione europea contro le politiche di austerity. “Con la crisi economica – conclude Correa – si è verificato una sorta di ripiegamento sulle singole nazioni, mentre la battaglia deve essere portata avanti a livello internazionale”.

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