Due persone sono morte e un’altra è rimasta ferita nell’esplosione avvenuta in una fabbrica di fuochi d’artificio di Santa Venerina, nei pressi di Catania. La deflagrazione è avvenuta poco dopo le 9.30. Sul posto numerose squadre dei vigili del fuoco, oltre a polizia e carabinieri.

L’incidente è avvenuto in uno dei capannoni della ‘Pirotecnica Etnea’ di Giovanna Consoli, in contrada Cosentini, alla periferia di Santa Venerina. I due morti sono entrambi operai della fabbrica. Uno di loro è un un giovane straniero comunitario, l’altro è di Mascali. L’altro uomo ferito è stato portato nell’ospedale di Acireale con un elicottero del 118. Al momento non è possibile entrare nel casolare in cui si è verificata la deflagrazione perché pericolante. I vigili del fuoco, dopo avere spento le fiamme, stanno cercando di metterlo in sicurezza.

La morte di due lavoratori riporta drammaticamente alla ribalta un settore produttivo di “nicchia”: meno di 300 aziende attive nel 2009 con un numero di addetti inferiore a 600. I dati territoriali confermano il forte radicamento di tali aziende nelle regioni del Mezzogiorno, dove l’utilizzo dei botti e dei fuochi d’artificio al termine delle tradizionali feste popolari è assai diffuso. La manipolazione di materiale esplosivo, le dimensioni aziendali estremamente contenute (in media 2 addetti per azienda) nonché il carattere prevalentemente artigianale e manuale delle lavorazioni svolte, sottolinea l’Inail, spiegano l’elevata potenzialità di rischio infortunistico del settore.

Nel corso del quinquennio 2005-2009, si sono verificati nella pirotecnia 85 infortuni sul lavoro (mediamente meno di 20 l’anno) di cui ben 17 mortali (3-4 morti l’anno in media). La quota più elevata di infortuni si registra proprio nelle regioni del Mezzogiorno con oltre il 50% degli infortuni e delle morti; particolarmente rilevante appare la concentrazione infortunistica in Campania, dove si verifica il 20% degli infortuni e quasi la metà di tutti i decessi del settore.

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