“Nei gruppi delle opposizioni ci sono diverse sensibilità pronte a sostenere il governo per il bene del Paese”. Ne è convinto Silvano Moffa, l’ex futurista e leader in pectore del gruppo dei responsabili che ormai da un mese cerca di conquistare nuovi adepti per sostenere il governo. Con scarso successo. “Moffa si rassegni, da Fli non lo raggiungerà nessuno”, dice Angela Napoli, fedelissima di Gianfranco Fini. Anche Fabio Granata, deputato futurista e vice presidente della commissione antimafia, garantisce che dal gruppo non uscirà nessuno. “Qualcuno ha forse perso la memoria: Fini è stato espulso e abbiamo costruito un movimento e votato la sfiducia”, scrive sul blog. “Non è che è stata sbagliata la linea, hanno semplicemente acquistato tre dei nostri parlamentari e continuano a cercare di dividerci e annientarci. La risposta è proseguire nel nostro percorso: costruire l’alternativa a Silvio Berlusconi”. La risposta è arrivata dal vicecapogruppo del Pdl a Palazzo Madama, Francesco Casoli, che in realtà suona più come un attacco personale. “Durante queste feste natalizie Granata ha senz’altro avuto modo di assaggiare molto vino. Un bicchiere fa bene, ed è risaputo, ma quando si abusa iniziano i problemi. L’esponente finiano, ormai prigioniero dei fumi dell’alcool, crede di essere diventato un mistico perché ogni volta che compare sul suo blog, l’unico mezzo di comunicazione che ormai lo ospita, parla di tragiche visioni di annientamento o divisioni del partitello di cui fa parte. Più semplicemente – dice – Granata Cassandra, ha capito che alle prossime elezioni, lui, Fini e qualche altro sciagurato talebano campano, capiranno a loro spese che il tradimento che hanno attuato contro la volontà del popolo italiano e di Berlusconi, sarà la punizione più dura che dovranno incassare”.

La linea finiana è non rispondere agli attacchi e intervenire il meno possibile, evitando di commentare gli annunci di possibili fuoriuscite e non fornire la sponda a sterili polemiche da parte del Pdl e di Moffa. L’ex futurista, di fatto, non si placa. Dopo le polemiche suscitate ieri dalle sue dichiarazioni, che avvaloravano un gruppo di almeno 10 parlamentari pronti a sostenere il governo, Moffa torna oggi alla carica (“qui uno dice mezza parola e succede il finimondo”), e attacca frontalmente il gruppo dei finiani dai quali è uscito proprio in occasione del voto di fiducia al governo, il 14 dicembre scorso. “Io – dice Moffa al Corriere della Sera – vedo tutto il gruppo di Fli isolato, con il paradosso di contraddizioni costanti”. E a Granata che lo aveva definito ‘patetico’, Moffa replica: “Trovo molto più patetico chi, dopo aver detto che la missione di Fli è l’antiberlusconismo, ora chiede un patto di legislatura. I finiani hanno il terrore dell’isolamento. Nel territorio Fli sta dando segnali di smottamento. Dalla Sicilia al veneto ci sono situazioni di grande disagio, di gente che non vuol saperne di restare nel Fli”. E aggiunge: “Io ho cercato di mettere in guardia Fini, gli ho consigliato di non seguire alcuni personaggi per non fare errori politici, ma non sono stato ascoltato e ora Fli ha un problema di sopravvivenza: Le carte nel Terzo Polo le dà Casini e Fli rischia di essere terribilmente subalterno”.

“Sulla bioetica – spiega Moffa – vedo il tentativo di riaccreditare una parte cattolica e meno laicista, ma la deriva c’è stata e ha messo in difficoltà tanti. Viespoli, Consolo”. E poi “uno come Antono Buonfiglio non può non essere in grande disagio. Lo stesso Pasquale Viespoli (capogruppo Fli al Senato, ndr), Roberto Russo. Ce ne sono diversi, basta rileggersi la lettera al Corriere scritta da Ronchi e Menia”. E poi secondo Moffa i finiani in sofferenza sono più al Senato che alla Camera: “Lì potrebbero perderne uno o due”. E poi “uno come Menardi era in difficoltà già prima del voto di fiducia”. Parole, quelle di Moffa, “assolutamente vuote”, secondo Angela Napoli. “Noi non siamo riusciti a capire come e per cosa sia diventato ricattabile ma è evidente che i roboanti annunci che fa non avranno mai conferma nei fatti”. Molti però si attendono un intervento pubblico di Fini. Lo chiede anche Sofia Ventura. La politologa di Fare Futuro, in un’intervista rilasciata al settimanale Gli Altri in edicola domani, si dice delusa dal presidente della Camera. “Fini dovrebbe dirci qualcosa di più preciso, dicendo finalmente qualcosa di destra”. Secondo Ventura, inoltre, l’errore è stato “sottovalutare la potenza del premier, a cominciare da quella di poter comprare i deputati”.

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