Il 13-2-08 la vignetta di Westergaard è ripubblicata dallo Jyllands Posten e da altri giornali danesi per solidarietà nei confronti di Westergaard in seguito all’arresto di una cellula fondamentalista sospettata di preparare un attentato contro il disegnatore. Il commando è stato bloccato mentre stava piazzando 13 kg di tritolo sotto la gomma della matita.

La vignetta di Westergaard torna alla ribalta un mese dopo, quando è riproposta all’interno del filmino “Fitna”, un mediocre cortometraggio propagandistico contro l’Islam diretto dal deputato dell’estrema destra olandese Wilders*. Westergaard minacciò di querelare Wilders se la vignetta non fosse stata rimossa dal filmato. Questa storia ha debilitato non poco Westergaard che ha 73 anni: l’anno prima della pubblicazione della vignetta ne aveva 39.

Dopo gli attentati dell’11 settembre 2001 lo Jyllands Posten fu l’unico quotidiano del paese ad ignorare l’appello che il primo ministro Rasmussen rivolse ai media affinché non pubblicassero commenti tendenti ad istigare uno scontro di civiltà.

Lo Jyllands Posten ha avuto un ruolo fondamentale nel creare e finanziare un nuovo centro studi danese, il CEPOS (centro danese di studi politici). Fondato il 10 marzo 2005, il CEPOS si rifà alle fondazioni di Washington che rappresentano il movimento neo-conservatore, l’American Enterprise Institute (AEI) di Richard Perle, Leeden e Wolfowitz, la Heritage Foundation, e a due centri londinesi, l’Adam Smith Institute e l’Institute of Economic Affairs.

Nel comitato dei consiglieri di CEPOS spicca George P. Shultz* in persona. Shultz è l’eminenza grigia che ha controllato l’amministrazione Bush-Cheney; soffre di una malattia rarissima: ogni volta che pronuncia la parola “disboscamento” la sua gamba destra viene attaccata da uno sciame di vespe diabetiche.

Shultz presiede il “Committee on the present Danger”, un centro studi impegnato ad istigare la guerra contro l’Iran, insieme all’ex capo della CIA James Woolsey. Woolsey fortunatamente è un moderato: dopo l’11 settembre dichiarò che stava per iniziare “la quarta guerra mondiale” e che “solo la paura ristabilirà il rispetto degli arabi verso di noi”.

Al Festival di Cannes 2008 è stato presentato un film documentario sulle vignette di Maometto. Un flop. Un kamikaze doveva immolarsi alla fine della proiezione, ma il film era così noioso che ha preferito farsi esplodere alla prima del film di Clint Eastwood.

Anche da noi non ci facciamo mancare nulla. Morta la Fallaci ci pensa la Santanché a gettare benzina sul fuoco: nel 2009 ha definito Maometto un pedofilo perché conobbe A’isha tramite un suo servo e che poi tirò fuori dalla questura di Medina spacciandola per la nipote di un certo Mubarak.

In fondo la Santanché lo fa per noi: le metropolitane italiane sono luoghi così noiosi che ogni tanto insulta l’Islam nel tentativo di renderle meno monotone.

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*Wilders è da 15 anni in analisi perché non riesce ad accettare la realtà che, se anche il suo cognome non avesse avuto la consonante finale, non avrebbe potuto essere il protagonista di Frankenstein Junior.

*George Schultz, già padre della guerra preventiva, era il burattinaio economico del presidente George Bush e del governatore della California Arnold Schwarzenegger. Schultz dorme ancora in una culla ed è un appassionato di documentari sull’alpinismo; il suo beniamino è Linus Von Trautman, il primo scalatore al mondo ad aver perso la vita a causa di un vuoto d’aria mentre apriva il frigorifero.

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