Sviluppata dall’Australiana Depth Analysys, la nuova tecnologia MotionScan utilizzata nel prossimo L.A. Noir, promette di rivoluzionare il mondo dei videogiochi esattamente come Avatar ha cambiato quello del cinema. Il merito è tutto di trentasette telecamere e un software, capace di riversare su computer ogni singolo e impercettibile movimento del viso di un attore.

Esattamente come Sigourney Weaver su Pandora, ben presto vedremo Aaron Staton (famoso per essere uno dei protagonisti della premiata serie MadMen) e molti suoi colleghi in un’inedita versione virtuale, pronto a farsi largo lungo le strade di una fumosa Los Angeles anni ’40. La grande differenza con il colossal firmato James Cameron è che L.A. Noir sarà un’esperienza completamente interattiva , con il risutalto che ogni intuizione e proiettile andato a segno sarà merito della nostra arguzia e della nostra abilità con le armi da fuoco.

Grazie al MotionScan ogni attore presente in L.A.Noir potrà esprimere totalmente la sua bravura interpretativa , affidando al sistema anche il più piccolo cambio di espressione. In L.A.Noir d’altronde non basterà trovare indizi, ma parlare con colleghi, possibili indiziati e testimoni ricoprirà un ruolo importantissimo. Sarà qui che le prodezze del MotionScan diventeranno gameplay: un piccolo tic, un sopracciglio aggrottato o il leggero morso al labbro inferiore dell’imperscrutabile vedova potrebbero portarci dritti verso la risoluzione del caso.

Dopo quasi cinque anni di sviluppo L.A. Noir è atteso nei negozi per la prossima primavera . Sebbene le reali qualità del titolo sono ancora tutte da scoprire, possiamo tranquillamente dire che da oggi in poi, recitare per un videogame, non sarà più un gioco da ragazzi. Ma la domanda ora è lecita: cosa accadrà quando cinema e videogiochi finalmente si sovrapporranno?

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