Nel 2008 Genitori Tosti scriveva a Brunetta chiedendo chiarezza, sollecitando provvedimenti, palesando le lacune della L.104/92 (Legge-quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate) e le relative regolamentazioni. Facevamo una sorta di mappatura sul mondo degli sprechi. In primis il mondo degli ausili, poi i permessi e il loro utilizzo.

A fronte del silenzio ottenuto altrove, il ministro Brunetta però ha risposto. E’ stato bravo? In effetti rispondere ignorando completamente le richieste di tanti genitori è forse più coraggioso di quanto fatto sul fronte scuola. E così Renato brunetta firma questo mese una circolare che in buona sostanza non fa nulla per chi ha un figlio disabile anche gravissimo convivente. Non consente di frazionare i famosi 3 giorni di permesso, non consente di ottenerne su base annua. Il nulla. Anzi no, utilizza il concetto di numero negativo e va sotto lo zero. Riduce il grado di parentela che di per sé è anche giusto, ma diventa discriminante se non si discernono bene le situazioni.

L’Inps regolamenta il tutto sul sito, e così Brunetta ha messo il punto. Plauso per tali economie di Pirro. Perché tanto gli abusi non sono stati eliminati, le risorse mal distribuite. Un esempio per tutti: Se accompagno mia figlia a fare i controlli di routine è possibile, nonché auspicabile, che io tenti di farli in modo ravvicinato e quindi ad ampio raggio nel breve termine per avere un quadro più completo. Se un mese i tre giorni non mi occorrono, quello dopo possono non essere sufficienti. Chiedevamo che fossero basati sui 12 mesi. Ma niente.

Frazionamento delle ore: perché lo Stato deve costringermi ad usare 8 ore di intera giornata di lavoro se possono bastarne 3? Se il 95% dei servizi è attivo al mattino, perché il resto della giornata ?

Se il permesso mi occorre solo per accudire il disabile grave non autonomo, gli altri giorni cosa faccio?

Sugli ausili l’unica modifica è stata quella di ritirare quelli vecchi per igienizzarli e riciclarli. Peccato sia solo utopia. Le carrozzine solo in rarissimi casi possono trovare una ricollocazione. E nonostante il nomenclatore distingua per categorie esiste la riconducibilità. L’insieme di questi fattori a parere di chi scrive è solo un costo in più. Quanto costa la società che recupera tutto a prescindere e poi che tempi ci sono per assegnare gli ausili? E davvero vengono riassegnati? In che proporzione?

Troppe domande e nessuna risposta. Solo l’ennesimo taglietto sul già tagliato. Così, tanto per racimolare qualche consenso qui e lì.

E noi, poveri genitori tosti, illusi che nel 2008 avevamo scritto la nostra lettera senza risposta!

Ma non ci fermeremo. Tre giorni al mese non frazionabili. Raccogliamo le agende di 10, 100, 1000, 10.000 madri di figli disabili e dimostriamo cosa ci facciamo noi con i tre giorni al mese! In realtà la maggior parte di noi madri ha per stipendio l’indennità di accompagnamento. Perché la nostra realtà di donne è quella di essere condannate a casa o discriminate sul posto di lavoro. Non per tutte, ma per troppe. Risorse sprecate. Ma di queste, nessuno se ne è occupato.

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Consulta: “L’immigrato indigente
che non lascia l’Italia non è punibile”

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