Il 14 dicembre, in occasione del voto di sfiducia alla Camera, abbiamo pensato ad una mobilitazione generale davanti a Montecitorio. Come capita in questi casi, con molto anticipo uno di noi del Popolo Viola – in questo caso è capitato al sottoscritto – è andato alla Questura di Roma per comunicare la mobilitazione.

Normalmente, basta questo preavviso e non ci sono mai stati problemi. Perché le nostre mobilitazioni sono sempre state caratterizzate dal massimo spirito nonviolento e – quando necessario – collaborativo nei confronti delle forze dell’ordine. Anche in occasione dei presidi davanti a Montecitorio che – all’epoca dell’approvazione del Lodo Alfano – hanno visto tanti e tante esponenti del Popolo Viola notte e dì davanti al “Palazzo” per più di 40 giorni.

Per noi cittadini questi sono momenti molto importanti, perché segnalano la nostra risposta e il nostro controllo sull’operato dei deputati. Deputati che in queste ultime settimane di fatica non ne hanno fatta molta poiché, tra sospensioni e feste, settimane cortissime e ponti, sono più di trenta giorni che a Montecitorio si lavora poco o nulla. Tutto in attesa del fatidico voto di fiducia al governo Berlusconi che si svolgerà – appunto – il 14 dicembre. Il Popolo Viola ha quindi concordato con gli studenti e il coordinamento di Uniti contro la crisi la grande giornata di mobilitazione di martedì: cortei dalle 9.30 del mattino e presidio a Montecitorio dalle 15 in poi.

Oggi la sorpresa: a tre giorni dalla mobilitazione prevista, l’ufficio di Gabinetto della Questura ci ha convocato per comunicare un atto del Questore. Il documento parte dalla considerazione che il 14 dicembre “nelle aree circostanti le sedi istituzionali ed in particolare presso la Camera dei deputati, sono state preavvisate manifestazioni concomitanti anche di contrapposte ideologie politiche, ed annunciate iniziative di non prevedibile esito” e che “anche in relazione alla attuale situazione politica, si rende necessario garantire il regolare svolgimento delle attività parlamentari in programma e conseguentemente predisporre misure di ordine e sicurezza a tutela dei palazzi istituzionali” infine “prende atto del preavviso della manifestazione nel giorno e negli orari segnalati e prescrive che l’iniziativa si svolga con altre modalità da concordare con l’Ufficio Gabinetto delle scrivente”. In parole povere: il 14 dicembre il Parlamento sarà off limits e – con molta probabilità – le strade del centro di Roma verranno blindate. Rivivremo quel clima stile “Cile anni ’70″ che abbiamo già visto le settimane passate: il potere politico rintanato nella sua roccaforte e i cittadini tenuti fuori dalla portata delle istituzioni.

Ora l’unica strada percorribile, se non si vuole forzare inutilmente la situazione, è concordare una soluzione alternativa che non penalizzi il senso della nostra mobilitazione. Io credo che dovremmo proporre di spostare la manifestazione a piazza Santi Apostoli (sempre dalle 15), arrivando ad un compromesso con la Questura: la possibilità comunque, per un gruppetto di cittadini, di presidiare Montecitorio. Un numero limitato, magari solo un centinaio di persone, giusto per far sentire il fiato sul collo ai parlamentari che – seguendo la propria coscienza individuale – dovranno decidere la sfiducia il 14 dicembre.

Questo  cambiamento di programma però dobbiamo deciderlo insieme, collettivamente, tutti noi che abbiamo voglia di far sentire la nostra voce e che parteciperemo alla giornata di mobilitazione di martedì. Facciamo girare questo articolo, mandiamolo via mail ed invitiamo tutti a postare in questo blog un commento con un parere. Tutti devono sapere quel che sta accadendo e tutti devono poter esprimere la propria opinione.

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