“Il treno dei desideri/dei miei pensieri all’incontrario va”, cantava Celentano in Azzurro. E c’è chi il viaggio in treno lo farà proprio seguendo la rotta contraria della fuga di cervelli e dei talenti dal nostro Paese: Copenhaghen –Salerno. Solo andata.

Marco Valente è in Svezia, circondato da un metro di neve, non certo una rarità dalle sue parti. Da questo apparente isolamento ci mostra una mappa dell’Europa, sui cui si disegna una sorta di arco. O meglio un punto interrogativo – anche questo al contrario – che unisce la capitale danese con Amsterdam, Parigi, Lyon, Ginevra, Grenoble, Torino e poi giù, giù fino alla Campania. Un viaggio dal 17 al 22 dicembre per incontrare gli italiani d’Oltralpe, parlare con loro e raccogliere le idee su come, in forza della loro esperienza di espatriati, contribuire a cambiare l’Italia. Ambizione e speranza, le sue armi.

“L’idea è partita in modo casuale. All’inizio volevo solo farmi un viaggio non utilizzando l’aereo, giusto per ridurre il mio contributo alle emissioni di CO2”, spiega Marco. Laurea a Salerno in Scienza della Comunicazione, 31 anni d’età, un anno di lavoro a Milano nel settore della Corporate Social Responsibility (“tutto quello che fa un’azienda per essere ecosostenibile”), Marco vive nel Paese scandinavo da quasi tre anni. Dopo un master a Karlskrona, 200 chilometri a nord-est di Malmo, è rimasto come assistente nella stessa università. Nonostante venga da Paestum, o forse proprio per questo, la Svezia sembra essergli congeniale: “E’ estremamente civile, eccellente per il rispetto della persona e la promozione della giustizia sociale”.

Dal viaggio in treno è poi scaturita quella di unire l’utile al dilettevole: “Andare a incontrare gli Italiani che vivono e lavorano in Europa, come me. Stimolarli con tre domande semplici e micidiali al tempo stesso: A che condizioni torneresti in Italia, ovvero per quale tipo di Italia saresti felice di tornare? Qual è il cambiamento più importante di cui l’Italia avrebbe oggi bisogno? E infine: Cosa possiamo fare insieme dall’estero per aiutare questo processo di cambiamento?

“Ho lanciato l’iniziativa – prosegue Marco – anche grazie all’aiuto di Vivo altrove , il blog di Claudia Cucchiarato e le risposte sono arrivate subito. Su questa base ho disegnato il mio itinerario”. In treno fino alla capitale danese, quattordici ore in bus e una cena tutta italiana a Copenhaghen. E poi in treno verso Bruxelles, Parigi e il resto della Francia. “Ho ricevuto proposte anche da Germania, Gran Bretagna ed altri Paesi. Ma il sito Italiani a Parigi  mi ha dato una grossa mano, e la Francia è diventata un po’ il cuore dell’itinerario”.

Cosa ne verrà fuori? “Non esiste caos senza ordine, anarchia senza bellezza. Non desidero che essere il testimone, il coordinatore al massimo di un grande romanzo collettivo, che passerà attraverso tutte le forme di espressione disponibili grazie alla rete: blog personali, foto video. Come da questa massa nascerà un ordine, questo poi si vedrà”.

“La mappa di un viaggio non si disegna a priori, si definisce strada facendo. Per le risposte vale lo stesso. L’importante è sapere esattamente in quale direzione si vuole andare”.

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