La Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti ha bloccato la chiusura del carcere di Guantanamo, infliggendo così un duro colpo ad una delle politiche più fortemente volute dal presidente Barack Obama. Con 212 voti a favore e 206 contrari, la Camera ha adottato un disegno di legge sui capitoli di spesa per il 2011, destinata a permettere che i finanziamenti per il governo proseguano fino al settembre del prossimo anno.

Un paragrafo del testo vieta espressamente l’utilizzo di fondi pubblici per l’eventuale trasferimento sul suolo americano dei 174 sospettati di terrorismo attualmente reclusi nel centro di detenzione allestito all’interno della base americana di Guantanamo, a Cuba. Se anche il Senato farà una scelta analoga, sarà impossibile portare i detenuti di Guantanamo davanti a un tribunale sul territorio statunitense. All’indomani del suo insediamento, Obama aveva firmato un decreto che disponeva la chiusura del carcere speciale entro il 22 gennaio 2010. A causa dell’opposizione incontrata nel Congresso, il presidente non ha potuto tener fede al suo impegno.

Il campo di prigionia è stato aperto l’11 gennaio 2002 all’interno della base americana. L’apertura fa seguito alla tragedia dell’11 settembre. Secondo stime, non ufficiali, vi sarebbero detenuti circa 250 persone. Tutte accusate, a vario titolo, di attività terroristiche. In pochissimi però conoscono il vero capo d’imputazione. Secondo alcune organizzazioni non governative i detenuti all’interno del carcare non avrebbero classificazione. Nel dicembre 2008 inizia a essere affrontato il problema della chiusura della prigione. Il 21 gennaio 2009, il Presidente statunitense firmò l’ordine di chiusura del carcere (ma non della base militare), che sarebbe dovuto essere smantellato entro l’anno.

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